Il centro commerciale RomaEst ospita per la prima volta in Italia la mostra dell’artista Jane Perkins, affiancata da laboratori formativi sull’importanza del riciclo, rivolti anche (e soprattutto) ai bambini. La mostra, patrocinata dal Comune di Roma e da Corepla, è stata presentata alla Casa del Cinema di Villa Borghese. Fra gli obiettivi del progetto La Ri-Forma dell'Arte: attivare iniziative concrete di sostenibilità e far conoscere opere d’arte a impatto zero, realizzate (ri)utilizzando materiali di uso comune.
Il centro commerciale Romaest (via Collatina A24 uscita 14-15 Gra) è una grande (103.174 mq di Gla) destinazione per gli acquisti e il tempo libero, trainata a livello di offerta alimentare da Panorama, dotata di 210 negozi e un complesso cinematografico multisala e di intrattenimento. Su entrambi i livelli ospita aree per la ristorazione, diversificate per tipologia di offerta e di servizio. Romaest si trova a pochi chilometri dal Gra (Grande raccordo anulare, uscita 14-15), e sull'autostrada Roma L’Aquila A24 uscita Ponte di Nona-Roma Lunghezza.
La mostra di Jane Perkins, una delle artiste più note al mondo per la creazione di opere realizzate con materiali di scarto, è visitabile (gratuitamente) fino all'11 agosto. Nei due weekend del 3-4 agosto e 10-11 agosto, si terranno laboratori didattici a disposizione di tutti (in particolare dei bambini), dove si potrà vedere con i propri occhi come un rifiuto di plastica può trasformarsi in un oggetto riutilizzabile.
"Jane Perkins dimostra che con la fantasia e la creatività materiali di uso quotidiano e destinati alla discarica possono diventare opere di grande spessore artistico –commenta Marco Torresan, direttore di RomaEst–. Con il progetto La Ri-Forma dell’Arte vogliamo rinnovare e amplificare il ruolo che l’arte ha nel tessuto sociale, rendere più accessibili e fruibili da tutti i linguaggi culturali, e soprattutto coinvolgere direttamente i visitatori del centro in un tema così attuale attraverso momenti formativi ed educativi, grazie ai laboratori".
Jane Perkins si definisce "una re-maker", che trae ispirazione "dagli oggetti trovati" e li trasforma "in qualcosa di nuovo". La Perkins realizza i sui quadri partendo da materiale di scarto, sfruttando le sfumature di ogni singolo oggetto utilizzato, senza mai adoperare pittura o colori di alcun tipo in aggiunta. Riproduce opere d’arte classica, foto famose e personaggi appartenenti a diversi ambiti, dallo sport alla cronaca, mondo dello spettacolo incluso. Il materiale di partenza, che poi la Perkins assembla e/o ricompone nei suoi ritratti, è il più vario: giocattoli, conchiglie, bottoni, perline, gioielli. Ogni opera è corredata da una didascalia descrittiva, contenente curiosità e aneddoti sulla realizzazione del singolo pezzo (per esempio, tempi di realizzazione, numeri di bottoni utilizzati, selezione di elementi particolari).
I LABORATORI
I laboratori sono condotti da un tecnico e da una hostess di supporto, la quale accoglierà gli ospiti invitandoli a portare con sé un rifiuto di plastica leggero (bicchieri, bottigliette, ecc.). Il visitatore sarà protagonista di tutte le fasi del riciclo: raccolta (attività di condivisione e interazione); macinazione (il visitatore attiverà manualmente l’apposito macchinario per macinare la plastica); estrusione (la plastica macinata genererà un filamento); 3D print (stampa finale di oggetti tridimensionali che diventeranno gadget e ricordo/testimonianza di come un rifiuto possa vivere ancora una seconda vita).
RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE E RECUPERARE
Sono le "quattro R" alla base dell'economia circolare (indubbiamente la migliore opzione possibile per il rispetto ambientale dopo quella principale e più auspicabile di interrompere o regolamentare drasticamente la nefasta riproduzione della specie homo polluens, ndr).
Nel 2017 la raccolta differenziata in Italia ha raggiunto il 55,5%, e il riciclo dei rifiuti urbani è arrivato al 44%, con incrementi rispettivamente del +3% e +2% rispetto al 2016. Il riciclo dei rifiuti di imballaggio ha raggiunto 8,8 milioni di tonnellate (+3,7% rispetto al 2016), il 67,5% sull’immesso al consumo, superando prima del tempo l’obiettivo del 65% imposto dalla nuova direttiva al 2025.