XSpectra rivoluziona i settori produttivi e scompagina lo status quo. L’innovazione portata dalla start up Xnext ha una portata dirompente nell’ambito dei controlli di qualità a fine linea per la sicurezza alimentare. Non a caso ha macinato riconoscimenti su riconoscimenti. È stata start up dell’anno (2016) per la Bocconi, premio Eccellenza d’impresa assegnato da GEA-HBR (2017), solo per citare due tra i principali ottenuti. Recentemente ha vinto il premio Innovators 2019, giunto alla seconda edizione, organizzato da Wpp, amici della Triennale e La Triennale di Milano. Qui ha battuto altre 5 start up finaliste.
Otto anni di evoluzione
Il dispositivo è il frutto di un programma di ricerca e sviluppo durato ben otto anni. Fonde assieme tre grandi innovazioni, la fotonica, la microelettronica e l’AI (intelligenza artificiale). Utilizza complessi algoritmi di autoapprendimento. “L’occhio è la fotonica, se vogliamo, la microelettronica è il cervello e l’AI rappresenta le sinapsi” Così spiega il co-founder Bruno Garavelli, ingegnere nucleare. “I microchip sono progettati con il Politecnico di Milano. Con loro abbiamo sviluppato anche parte degli algoritmi di machine learning. Collaboriamo anche con il dipartimento di Fisica per studiare l’interazione fisica della radiazione X con la materia. E sviluppare al meglio la parte di fotonica”.
L’azienda nasce nel 2014, ma il progetto di ricerca è iniziato nel 2011 con il deposito del primo brevetto e l’avvio di un programma di ricerca sperimentale
La contaminazione
“Siamo partiti quando ci siamo accorti che c’erano grossi problemi di contaminazione nel cibo. Era l’epoca del latte contaminato con la melammina in Cina”. Nel food la presenza di corpi estranei è un problema che le aziende vogliono affrontare in modo serio con le migliori tecnologie disponibili. Perché può avere impatti rilevanti non solo sulla salute ma anche sui costi di produzione. Si pensi al ritiro di interi lotti, con danno di reputazione e costi sull’ambiente. “Una ricerca fatta da Wwf sul pomodoro dice che scartare un vasetto di prodotto equivale a sprecare 225 litri d’acqua e 1,5 kg di Co2”.
Precisione elevata
Il sistema XSpectra funziona in pratica con un’analisi spettroscopica. Viene eseguita in real time mentre il prodotto transita sulla linea di produzione. È molto più precisa dell’analisi eseguita dai raggi X convenzionali, che oggi rappresentano lo standard con i metal detector, per i controlli di qualità a fine linea. Questo perché va a usare tutti i colori della banda dei raggi X e non solo una parte come finora, per avere una radiografia nitida del materiale.
Limiti attuali
“I raggi X attuali non rilevano tutti i corpi estranei ma solo quelli di più alta densità. Sfuggono, in sostanza, le particelle più leggere: plastiche, legno, cartone. Perdono molti dettagli a differenza del nostro sistema che è multi energetico, perché va a guardare tutte le componenti di energia e colore presenti nei raggi X e ha una capacità molto dettagliata. Quello che arriva sul rilevatore viene interpretato dagli algoritmi presenti per capire il tipo di materiale che lo ha generato”.
Applicazioni ad ampio raggio
In pochi millisecondi la macchina fa un’analisi chimico-fisica. È in grado non solo di rilevare corpi estranei ma anche contaminanti, come le micotossine. “L’abbiamo testata su chicchi di grano e distingue tra chicchi malati e sani. La macchina capisce se c’è un’alterazione. Stiamo lavorando con quello che le industrie ci chiedono. Nel food infatti ci sono arrivate richieste di ogni tipo. Ma non solo, riteniamo che sia una tecnologia a così ampio spettro di applicazione che è dirompente in ambito dei controlli industriali. Dove sono spesso fatti a lotti. Con la nostra tecnologia ci si accorge subito di un problema”.
Controlli infiniti
Le applicazioni si estendono, infatti, anche ai prodotti farmaceutici e a tutte le linee di produzione per verificare se un prodotto è conforme. Future applicazioni sono, per esempio, nel controllo bagagli in aeroporto, per la ricerca di esplosivi, controllo pneumatici, frigoriferi. “Ci sono arrivate richieste anche per le guarnizioni, carrozzerie delle auto, micropompe, farmaci iniettabili. La nostra tecnologia è unica a livello mondiale. È la tecnologia del futuro. Ed è un macchinario fatto da zero in Italia”.
Ingegneri al lavoro
Oggi alla start up lavorano un gruppo di 15-16 persone, ingegneri in maggioranza. Grazie a due campagne di crowdfunding, business angels e finanziamenti bancari, ha raccolto 4 milioni di euro. E ha già cominciato a fatturare. “La macchina è stata completata da fine anno scorso. Diverse aziende ce l’hanno chiesta. I costi sono allineati con le attuali tecnologie, ma con affidabilità superiore. Facciamo molto meno falso scarto”.