Il 1° novembre è il World Vegan Day, che segue al World Vegetarian Day del 1° ottobre: due regimi alimentari diversi (il primo esclude anche i derivati animali come latte e uova, il secondo solo gli animali stessi, ovvero la carne e il pesce) di cui spesso ancora non si conosce la differenza né a livello di cultura popolare né a livello di maturità del mercato (come nel caso dell'offerta in menù da parte delle pmi del settore ristorazione).
Secondo il Rapporto Italia 2021 di Eurispes nel nostro Paese quasi una persona su dieci, l'8,2% della popolazione, è vegetariana o vegana. Entrambe le diete, che sono forse meglio definibili come veri e propri stili di vita che vanno oltre il mondo food, attirano sempre di più l'attenzione anche di una parte di consumatori che non le adottano interamente, ma che virano verso i prodotti vegetali un po' per benessere personale, un po' per sensibilità nei confronti di animali e ambiente. Possiamo chiamarli flexitariani, ma la verità è che la nostra tradizionale dieta mediterranea (patrimonio intangibile Unesco per il suo riconosciuto valore in termini di salute) è più o meno in linea da sempre con questa tendenza (molti legumi, cereali e verdura, meno carne e pesce). Anche grazie a questo segmento di persone, il comparto di prodotti plant-based, nel suo complesso, lo scorso anno ha registrato un incremento del 9,9% secondo i dati Iri. Un trend che secondo tutte le stime è destinato a crescere ancora e che non a caso è oggetto di sempre maggiori investimenti lato innovazione di prodotto. Secondo Boston Consulting Group, ad esempio, le proteine alternative arriveranno a rappresentare l’11% di tutto il consumo di proteine entro il 2035, per un fatturato globale di 290 miliardi di dollari.
Tra vantaggi reali e disinformazione
Come dicevamo, la corretta informazione su dieta vegana e vegetariana è ancora vacillante, un po' per pregiudizio e resistenza culturale, un po' per una comunicazione non del tutto corretta effettuata dai portatori di diverso interesse di business. Opposto al cluster dei consumatori flexitariani e vegan, poi, va evidenziato quello degli amanti dell'accrescimento muscolare rapido, che abbandona la salutare dieta Mediterranea in favore della cosiddetta dieta occidentalizzata ricca di proteine animali (soprattutto quelle magre come bresaola, pollo e affini). Un regime alimentare che, è doveroso ricordare, lo stesso pool di esperti assoldati dal Ministero della Salute italiano non consiglia né per il benessere umano (renale e cardiovascolare in primis) né per quello ambientale.
Sul fronte della salute, la dieta vegetariana, se con il corretto apporto di proteine vegetali, non priva di alcun nutriente necessario, come spiega bene la stessa Fondazione Veronesi. Maggiore attenzione richiede la vegana soprattutto per la vitamina B12, da integrare separatamente (spesso è aggiunta agli alimenti vegan, proprio come la vitamina D nei prodotti rivolti ai mercati dove c'è poco sole), ma anche in questo caso non si tratta affatto di una strada insalubre. Quello che invece è corretto confermare, lato benessere, è l'errore della sostituzione dei prodotti animali con tanti prodotti vegetali ultra-processati che contengono ingredienti di bassa qualità (come alcuni oli) e risultano pertanto inferiori a carne e pesce da un punto di vista nutrizionale.
Sul fronte dell'ambiente, il ruolo che gli allevamenti intensivi hanno nell'inquinamento planetario è elevato e più che oggettivamente documentato, nonostante alcuni tentativi di fare contro-informazione in proposito, magari con studi di parte e dalla metodologia poco solida. Non staremo a riportare l'infinità di report indipendenti e autorevoli sul tema, basti pensare che, secondo le ultime stime di Essere Animali, un giorno interamente vegano nel mondo genererebbe un risparmio di 22.000.000 di tonnellate di CO2 e di 6.5 miliardi di m3 d’acqua.
Un breve quadro, quello sopra, che richiede da parte del mondo industriale e retail, oggi in pieno tema csr, una certa profondità di approccio e attenzione. In occasione del World Vegan Day 2022, ad esempio, Deliveroo ha comunicato l'alleanza con Essere Animali nella sensibilizzazione sui benefici di uno stile alimentare veg. Nell’ultimo anno, peraltro, gli ordini veg sono aumentati del +52% sulla piattaforma, con burger, nuggets e tacos tra le specialità più apprezzate, mentre Merano, Castelletto Ticino e Lecco risultano le città d’Italia più “veg oriented”.