Volano le vendite di Campari

Il marchio italiano di beverage Campari ha archiviato il 2022 con un progresso a doppia cifra dei ricavi, mentre la crescita organica del business ha segnato un progresso del 40% rispetto ai livelli pre-pandemici

Il rallentamento della crescita economica non ha fermato la corsa di Campari, che ha archiviato il 2022 con una crescita organica del business nell’ordine del 40% rispetto ai livelli pre-pandemici.

Ultimo trimestre meno brillante

Andando per ordine, lo scorso anno le vendite nette sono state pari a 2,698 miliardi di euro, con un progresso del 24,2% rispetto al 2021. La crescita organica è stata del 16,4% nel confronto annuo e del 39,9% rispetto al 2019, ma se si guarda solo al periodo ottobre-dicembre 2022 il progresso è stato limitato al 9,6%, anche a causa di alcuni vincoli logistici.

Molto bene l’Ebit, cioè l’utile prima degli interessi e delle imposte, salito del 30,9% da un anno all’altro per raggiungere quota 569,9 milioni, dato corrispondente al 21,1% delle vendite. L’ultima riga di bilancio segna invece un utile rettificato di 387,8 milioni di euro, in crescita del 26% anno su anno.

In controtendenza il dato relativo all’indebitamento finanziario, raddoppiato a 1,55 miliardi di euro dato che la generazione di cassa è stata più che compensata dal peso di acquisizioni, acquisto di azioni proprie e pagamento del dividendo. A proposito di cedola per gli azionisti, il cda ha deciso che quest’anno proporrà 6 centesimi per azione, un livello in linea con quello del 2021.

Strategia di rafforzamento del brand

Rivendicando i risultati ottenuti, il chief executive officer Bob Kunze-Concewitz ha ricordato che l’azienda italiana di beverage si è concentrata “sul continuo rafforzamento dei brand nonché sul potenziamento del portafoglio attraverso le acquisizioni”.

Guardando all’esercizio in corso si è detto fiducioso “sulla dinamica positiva del business nelle combinazioni chiave di brand e mercato grazie alla forza dei nostri marchi, con particolare riferimento agli aperitivi. Continueremo a sfruttare le opportunità di adeguati aumenti prezzo nelle specialità, nonché di premiumizzazione del portfoglio dei prodotti invecchiati”. Il contesto macroeconomico rimane in generale sfidante per l’inflazione, nonostante alcuni segni di moderazione; ciononostante rimaniamo fiduciosi di preservare l’attuale marginalità operativa sulle vendite al livello organico”.

Riguardo al medio periodo, l’azienda confida di “realizzare una sostenuta crescita organica delle vendite e un miglioramento del mix, generando un’espansione della marginalità. Per soddisfare la futura domanda dei nostri consumatori – ha aggiunto Kunze-Concewitz -, stiamo accelerando i nostri investimenti nella supply chain con lo scopo di raddoppiare la nostra capacità produttiva nelle categorie chiave di aperitivi, bourbon e tequila”.

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