Un primo passo è comunque rendere “vocali” le feature mobili più comunemente utilizzate per avvicinare il più possibile l’esperienza dell’utente “smart” all’interattività degli assistant.
È la strada che ha preso WeBank come affermato da Stefano Cioffi, responsabile digital sales e Omnichannel solutions di Banco BP. “La genesi del progetto di app a comandi vocali nasce dall’osservazione di come gli utenti approcciano la tecnologia e le loro abitudini di interazione nella vita quotidiana con i dispositivi. Un esempio è il gran numero di utenti di WhatsApp che usano i messaggi vocali. Così abbiamo deciso di dotare l'app di WeBank di funzioni vocali”. Una soluzione che consente di effettuare diverse operazioni che attraverso l’app gli utenti mobili utilizzano quotidianamente: “Le funzionalità sono molteplici e coprono quelle più utilizzate dell’app - continua Cioffi. - Siamo in un ambiente autenticato e i comandi vocali per ora si limitano ad azionare le funzionalità presenti in via tradizionale”. Non quindi un assistant basato su Ai ma un’estensione vocale a un app applicativa: “I comandi vocali prevedono le operazioni più comuni come bonifici e ricariche”.
È interessante valutare quale sia il livello di accoglimento dei correntisti a queste nuove funzionalità vocali, “Abbiamo registrato che le feature dotate di comandi vocali hanno ricevuto un boost nelle selezioni. Anche perché, pur non essendoci dell’Ai che mette in atto una modalità conversazionale, l’app è in grado di interpretare le richieste del cliente”. L'estensione vocale di Webank è stata sviluppata internamente. Next step: l’intelligenza artificiale.