Unieuro, il consiglio diviso sull’adesione all’opas di Fnac-Darty

5 consiglieri di Unieuro a favore dell’offerta di Fnac-Darty e Ruby Investments, 5 contrari e 1 astenuto: non convincono il corrispettivo e le prospettive di sviluppo

Nessun ok da parte del consiglio di amministrazione di Unieuro all’offerta pubblica di acquisto e scambio promossa da Fnac-Darty e Ruby Investments. Il cda si spacca e non raggiunge la maggioranza: 5 consiglieri ritengono congruo il controvalore offerto, 5 invece non sono d’accordo mentre 1 consigliere si astiene. Il cda è invece unanime nel giudicare i vantaggi derivanti dalle sinergie dell’eventuale unione poco dettagliati e tutto sommato limitati.

Unieuro perplessa dalla vaghezza dei vantaggi prospettati dall’unione con Fnac-Darty

Secondo quanto indicato nel documento di offerta, Fnac-Darty intende sostenere la strategia omnicanale di Unieuro Omni-Journey (annunciata nel maggio 2023), pur non avendo ancora concordato un piano industriale con il retailer italiano di eldom. A tal proposito, Fnac-Darty si era detta pronta a contribuire alla crescita di Unieuro, grazie anche all’apporto del retailer francese in termini di esperienza con i propri piani Confiance+ ed Everyday, con i quali Fnac-Darty dà priorità allo sviluppo del business in ottica omnicanale, sviluppando i servizi di assistenza per la casa e mettendo l'accento sulla sostenibilità. Ma il cda di Unieuro, all’unanimità, ha rilevato la “assenza di una strategia articolata su Unieuro post-integrazione”, fattore che impedisce una valutazione dei benefici per il retailer italiano, “lasciando incertezze sulle prospettive future dell'operazione”. Unieuro evidenzia poi come stia già perseguendo autonomamente tale via anche grazie all’acquisizione, del dicembre 2023, Covercare, azienda che opera, tra l’altro, nei servizi di riparazione di smartphone e tablet.

Il prezzo offerto da Fnac-Darty spacca il cda di Unieuro

5 consiglieri su 11 di Unieuro ritengono il prezzo offerto da Fnac-Darty troppo basso e valutato senza un’approfondita due diligence, ma soltanto prendendo in considerazione i documenti resi pubblici dal retailer di elettrodomestica. 1 consigliere si astiene, mentre altri 5 danno il loro ok. Sul punto Equita e Mediobanca, consulenti finanziari per l’operazione scelti da Unieuro, hanno dato parere congruo al compenso offerto dalla cordata francese (anche se Equita lo giudica nella parte bassa della forchetta di accettabilità). Dalla parte del no Giancarlo Nicosanti Monterastelli e Maria Bruna Olivieri (che assieme hanno poco meno del 3% delle azioni di Unieuro). Per loro Fnac-Darty ha calcolato il corrispettivo nel momento in cui il titolo di Unieuro in borsa ha risentito di un significativo ribasso.

Sul fronte del sì, però, ci sono consiglieri con alle spalle una consistente partecipazione. Benedetto Levi e Giuseppe Nisticò, in rappresentanza di Iliad (primo azionista di Unieuro con il 12,6% del capitale) e il presidente di Unieuro, Stefano Meloni.

La risposta di Fnac-Darty

Dal canto suo Fnac-Darty e Ruby Investment rispondono di prendere atto della risposta del cda di Unieuro e sottolineano in una nota diffusa alla stampa come il valore proposto agli azionisti del retailer eldom italiano sia migliorativo del 42% rispetto al valore di chiusura di borsa del giorno precedente alla presentazione dell'offerta (15 luglio). I due possibili compratori evidenziano anche le potenzialità che  una combinazione tra Fnac-Darty e Unieuro avrebbe in termini di creazione di valore. La parola ora al mercato: il periodo di adesione all'opas da parte degli azionisti di Unieuro si apre lunedì 2 settembre e avrà termine il 25 ottobre 2024, salvo eventuali proroghe.

Il nodo delle sigle sindacali

Nella nota diffusa, anche le preoccupazioni dei sindacati per la mancanza di informazioni e per le possibili conseguenze dell’operazione per le lavoratrici e i lavoratori di Unieuro. In particolare, Filcams Fisascat e Uiltucs ritengono che l’eventuale acquisizione possa minacciare la continuità occupazionale.

Possibile faro dell'Antitrust?

Ci sono poi possibili problemi legati al nodo della concorrenza. Il primo azionista di Fnac-Darty è infatti Ceconomy (con una quota del 23%), finanziaria riconducibile all'imprenditore Daniel Kretinsky (il quale controlla anche Ruby Investment). Sempre a Ceconomy è riconducibile la proprietà di Mediamarkt, società che a sua volta in Italia controlla il marchio Mediaworld.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome