Gen Z e la Gen Y, un ponte tra passato, presente e futuro

I giovani possono insegnare molto agli adulti spingendoli a rischiare, a provare stupore, a volgere lo sguardo in avanti, a elaborare nuove idee, a sperimentare nuovi progetti (da Mark Up 305)

Il 2022 sarà un anno che si aprirà come si è chiuso il 2021: con la voce potente e tagliente di una generazione (i ventenni), soprattutto nella sua declinazione femminile, che non darà tregua a tutte le altre, inchiodandole alle loro responsabilità, personali (dai genitori ai nonni) e collettive. Tutto ciò plasmerà l’economia, la politica, la società, ma anche la vita quotidiana dei prossimi 365 giorni. Per fornire un quadro dei maggiori cambiamenti in atto, ragioneremo sull’analisi comparativa tra le due generazioni più giovani, di cui si sta maggiormente parlando: la Gen Z e la Gen Y (i Millennials). Partire dai più giovani ha l’obiettivo di cogliere la loro specificità per essere, noi adulti maturi, “educatori di futuro”: attraverso il valore della memoria (da conservare) e una attenta capacità di ascolto, per offrire loro risposte credibili. Questa generazione può insegnare molto ai più adulti (in un consapevole rispecchiamento), spingendoli a rischiare, a provare stupore, a volgere lo sguardo in avanti, a elaborare nuove idee, a sperimentare nuovi progetti. In altre parole si tratta di accompagnare ed essere accompagnati, essere il presente del passato (la memoria), il presente del presente (la scelta), il presente del fu-turo (la visione).

Fonte d’ispirazione

Nati tra il 1997 e il 2012 in pieno boom di internet, i Gen Z sono, nell’insieme, quel gruppo di giovani che oggi ha una età tra i 9 e i 24 anni. L’iPhone è stato lanciato nel 2007, cioè quando gli attuali giovani della Gen Z avevano al massimo 10 anni: fino ad allora il mezzo con cui gli adolescenti si collegavano al web erano certamente dispositivi portatili, poiché già esisteva il wi-fi, ma tutto il portato comunicativo dei social media era in divenire. Gli strumenti per la connettività costante, con la relativa ondata di intrattenimento e comunicazione consentita dai social network, sono innovazioni più recenti e conseguenti all’avvento degli smartphone. È di questa pervasività che la Gen Z si è nutrita, definendo la propria fisionomia identitaria. Mentre i Millennials (la generazione dai 25 ai 39 anni) si sono adattati alle novità dell’innovazione tech mentre diventavano faticosamente adulti.

Per i giovanissimi tutte le potenzialità del web fioriscono in contemporanea alla loro nascita e crescita; sebbene non riescano a concepire un passato senza rete, ciò non significa che siano dipendenti da tutti gli aspetti della connettività o che non apprezzino la fisicità offline. La Gen Z ricopre un ruolo fondamentale in funzione della mole di informazioni alle quali si ha accesso: è una generazione ponte che riesce a influenzare le generazioni a loro prossime, sia i più giovani ma anche i più adulti, che ripongono in loro grande fiducia. La generazione Alpha (ultimi nati) li considera una fonte d’ispirazione mentre i Millennials si lasciano consigliare e guidare perché affascinati dalla loro capacità digitale e social-mediatica. Costantemente connessi, abituati a usare 5 schermi anche contemporaneamente (smartphone, desktop, notebook, smartTV e tablet) per un multi-tasking pervasivo. In questo lungo tempo di pandemia, quegli stessi schermi sono stati specchio per riconoscersi e spesso l’unica finestra sul mondo esterno, da prestare anche alle altre generazioni. Una generazione dunque che avrà un nuovo sguardo sul presente e del futuro, tra sogni di libertà e impegno verso la giustizia sociale e i temi dell’ambientalismo, tra una buona dose di ribellione e la ricerca di amore e di accettazione, nel tempo della formazione e affermazione degli stili di pensiero che li distinguerà a lungo.

Per comprendere la loro originalità metteremo a confronto le diversità più interessanti tra Gen Z e Millennials.

(L'articolo completo è pubblicato su Mark Up 305 - dicembre-gennaio 2022)

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