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Carni ovine più forti delle tensioni politiche. E se il primo ministro inglese convoca le elezioni a inizio luglio, l’industria britannica della carne rossa non ne risente ed anzi attraversa un momento molto positivo, secondo i dati dell’Agriculture e Horticulture Development Board (Ahdb), ente che collabora con il governo e l’industria delle carni nel Paese di sua maestà.
Il quadro dell’export di carne ovina verso l’Ue
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Le ultime statistiche dell’Hmrc (His Majesty's Revenue and Customs) hanno evidenziato che nel 2023 le esportazioni di carne dal Regno Unito ammontano a 1,7 miliardi di sterline, principalmente trainate dalla forte domanda di agnello britannico. Europa principale mercato per la carne d’oltremanica, in primis Francia e Germania: il valore totale delle spedizioni di carne rossa verso l'Ue è aumentato del 2% su base annua, a 1,3 miliardi di sterline. In particolare, l’export verso Parigi è in crescita del 23% a volume anno su anno. Importante anche il ruolo del nostro Paese: le importazioni italiane di carne ovina dall'Uk sono aumentate di oltre il 37% sul 2022 a 3.650 tonnellate. “L’Italia si conferma un mercato importante per noi -riferisce Jonathan Eckley, responsabile dello sviluppo del commercio internazionale di Ahdb- perché il consumatore italiano è consapevole della qualità con un’attenzione particolare alla provenienza e alla sostenibilità, tutte caratteristiche che la carne britannica può offrire”.
Carne bovina contraltare: export in calo
Se le esportazioni di carne ovina prosperano, soffrono quelle di carne bovina, in calo del 15% a volume. La situazione è dettata dalla forte domanda interna ma anche dalla debolezza di quella europea.