Tracciabilità – Sostenibilità

Editoriale – I progressi tecnologici a Ipack-Ima e il protocollo di sostenibilità di Magis. (Da MARK UP 191)

La sicurezza alimentare è la possibilità di garantire in modo costante e generalizzato acqua ed alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l'organismo necessita per la sopravvivenza e la vita, in condizioni igieniche ottimali. Sicurezza alimentare significa consapevolezza della qualità igienico-sanitaria, nutrizionale e organolettica degli alimenti, e della qualità ambientale dei processi di produzione, trasformazione, preparazione e consumo dei cibi.

1. Innovazione tecnologica
L'evoluzione della tecnologia alimentare garantisce sempre più elevati standard di sicurezza del cibo. Lo scorso 9 e 10 giugno Ipack-Ima ha realizzato un simposio con una chiara missione: documentare i progressi e le innovazioni tecnologiche nel segmento che va dalla produzione delle materie prime alla vendita del prodotto finito. Obiettivo finale: cercare di delineare il rischio zero nelle singole filiere, financo in quelle corte. È un tema strategico ed è il tema del momento: non c'è un'alternativa alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare e questa può inficiare il lavoro dell'intera business community. Per uscire dall'impasse e garantire un cibo sicuro a una popolazione crescente il guru Usa Lester Brown (fondò nel 1974 il Worldwatch Institute) si appella a quattro aree di lavoro:
1. riduzione dell'80% di CO2 entro il 2020,
2. stabilizzazione della popolazione a 8 mld di individui,
3. riduzione delle aree di povertà perché chi vive nell'indigenza è insensibile ai temi ambientali,
4. salvaguardia dei sistemi ambientali: pascoli, foreste, suolo, mare.
Traducendo in operatività la vision di Lester Brown la tracciabilità dei prodotti, la conoscenza dell'intera filiera alimentare e le sue sotto-filiere diventano obbligatorie. Se questo auspicio se l'è fatto un ente come Ipack-Ima allora lo possiamo estendere davvero a tutte le categorie economiche, sociali e ambientali per farlo diventare una sorta di manifesto per un sistema più equilibrato e portatore di interessi realmente collettivi.
Dove cercare gli elementi per imboccare velocemente questa strada di buon senso? Beh, un'occhiata a quanto accaduto alla piattaforma Deepwater Horizon della Bp nel golfo del Messico non dovrebbe lasciare dubbi: sicurezza è un concetto diventato in un batter d'occhio realmente globale.

2. Dall'uva sana il vino sano
Sostenibilità, termine magico. Tutti la invocano, tutti la praticano. Ma poi… Difficile districarsi quando una parola diventa di attualità ed è abusata. È per questo che segnaliamo un progetto che parte dal campo arrivando fino allo scaffale per parlare di filiera in un altro modo, coinvolgendo diversi attori che a volte fanno fatica a parlarsi. Magis (vedere i partner su magis.me) infatti, ha redatto un Protocollo di sostenibilità, partendo dal vino, settore particolarmente frammentato. È un documento di carattere pratico che ricorda i protocolli tipici della medicina; offre un sistema di informazioni di miglioramento della qualità e dell'assistenza e mette a disposizione di ogni operatore diverse competenze esistenti per prendere tempestivamente decisioni. Parte dal cambiamento che si verificherà nel 2013 quando sarà attiva una nuova direttiva Ue sull'uso sostenibile degli agro-farmaci. Magis vuole anticiparla auspicando che si riduca da subito l'uso degli agro-farmaci a favore di interventi più mirati, dimostrando che anche l'agricoltura può declinare la sostenibilità in ambientale, sociale, economica e di produzione. Saranno i partner scientifici di Magis a garantire e certificare la correttezza dell'operazione affinchè il protocollo non diventi l'ennesimo disciplinare ma, di fatto, un sistema di tracciabilità di tutte le operazioni partendo dalla vigna. A oggi hanno aderito al protocollo 100 cantine, mancano le più segnaletiche. Sarà un'importante razionalizzazione con un diverso bilanciamento delle fasi di produzione, alla ricerca di un nuovo equilibrio per favorire la difesa delle produzioni, riducendo (lo speriamo davvero) l'uso degli agro-farmaci (tutti), per arrivare alla produzione di uva sana e commercializzare vino sano, lasciando all'enologo il compito di valorizzare la qualità senza passare le giornate nel laboratorio per mettere pezze a interventi fatti in primis nella vigna.

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