A Perugia sono stati presentati i primi risultati di una importante sperimentazione nel settore dell’olivicoltura, tesa all’individuazione di super-cultivar di olivo adatte alla produzione meccanizzata integrale, resistenti a stress climatici e fitopatie, con l’obiettivo di ottenere oli ad alto valore alimentare. Le varietà in selezione rappresentano un presupposto fondamentale per il rilancio dell’olivicoltura italiana, che richiede forti innovazioni per recuperare competitività e valore e affrontare le nuove sfide climatiche.
Nel quadro del progetto Olive Hub, i ricercatori dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR e del DSA3 dell’Università degli Studi di Perugia, dopo anni di valutazione e selezione, hanno identificato 2.700 semenzali da incrocio, con 1.700 genotipi individuati, messi a dimora nell’oliveto sperimentale di Boneggio, alle porte di Perugia e negli oliveti delle aziende partner. Tra i genotipi i ricercatori hanno già selezionato 10 nuove varietà autoctone e 10 da nuovi incroci, che non temono stress idrico e termico e stanno mostrando attitudine alla meccanizzazione integrale e alla produttività di oli di elevata qualità, caratteristiche queste in linea con gli obiettivi del progetto generale.
Farchioni e il progetto
I risultati sono stati raggiunti grazie alla collaborazione tra la F.lli Farchioni Società Agricola, capofila del progetto e diverse altre realtà olivicole umbre. I risultati generali della sperimentazione si inseriscono nel consuntivo del progetto Olive Hub, che ha ricevuto un investimento totale di 1.100.000 euro, finanziato dal PSR 2014/2022 della Regione Umbria per circa 600.000,00 euro circa e dal Gruppo Agroalimentare Farchioni per 500.000,00 euro. Il lungo programma di miglioramento genetico dell’olivo e la capillare prospezione degli oliveti umbri alla ricerca di varietà locali sconosciute, avviati presso il CNR - Istituto di Bioscienze e Biorisorse di Perugia fin dai primi anni 2000, hanno consentito l’ottenimento di migliaia di semenzali da incrocio e l’individuazione di oltre 260 varietà sconosciute. Con i progetti della Regione Umbria INNO.V.O. (2017-2022) e Olive Hub (2022-2024) e la partecipazione di importanti aziende olivicole umbre, è stato possibile mettere a dimora in campi di comparazione sia i semenzali che oltre 150 varietà locali. Tutte le piante sono state sottoposte a stringenti criteri di valutazione e selezione, sulla base della loro velocità di sviluppo ed entrata in produzione, produttività, dimensione e portamento dell’albero, resa e caratteristiche qualitative dell’olio, tolleranza agli stress ambientali e resistenza a patogeni e parassiti. L’obiettivo era quello di selezionare varietà più compatte, idonee alla intensificazione colturale, più produttive, in grado di affrontare criticità ambientali e fitopatologiche, per produrre oli eco-sostenibili e di alto valore salutistico e territoriale. La costante e proficua collaborazione fra i ricercatori del CNR-IBBR, che si sono occupati della valutazione dell’architettura degli alberi, della produttività e della risposta delle piante all’ambiente, con i ricercatori del Dipartimento DSA3 dell’Università di Perugia, che hanno svolto tutte le analisi biochimiche sui frutti e sugli oli dei genotipi in valutazione, si è arrivati a identificare una ventina di “super-olivi”, in grado di rispondere a tutte le più importanti sfide ambientali, produttive e commerciali che il comparto si trova ad affrontare. Le valutazioni sono tuttora in corso e proseguiranno nei prossimi anni per arrivare al rilascio commerciale di nuove cultivar e alla registrazione delle varietà locali di maggiore interesse.
I problemi della produzione olivicola italiana
La produzione olivicola italiana, infatti, a causa del mancato o comunque ridotto rinnovamento degli impianti olivicoli e in conseguenza della vulnerabilità alle emergenze climatiche, si è venuta riducendo progressivamente negli ultimi anni fino a toccare minimi storici (circa 200mila tonnellate/anno a fronte di una domanda interna di circa un milione di tonnellate). Il settore olivicolo-oleario italiano ha sofferto del mancato ricambio delle varietà tradizionali con nuovi genotipi migliorati, contrariamente a quanto avvenuto in altri Paesi olivicoli come Israele e Spagna, dove da oltre 40 anni sono stati avviati importanti programmi di miglioramento genetico dell’olivo che hanno portato in anni recenti al rilascio di alcune nuove varietà.
INNO.VO e Olive Hub
In questo contesto si sono inseriti i due progetti INNO.V.O. (2017-2022) e Olive Hub (2022-2024), con il contributo delle aziende partner e in particolare del capofila F.lli Farchioni Società Agricola. Le attività in campo si sono svolte presso gli oliveti sperimentali appositamente predisposti dalle aziende partner fin dal 2017, con un continuo incremento delle risorse in valutazione. Il campo sperimentale di Boneggio, vicino Perugia, dove si svolge la gran parte delle prove di valutazione e selezione, si candida a diventare una infrastruttura di riferimento per la comunità scientifica e per olivicoltori e tecnici, interessati sia agli studi agronomici e genetici che al breeding dell’olivo. Presto le nuove cultivar e le varietà autoctone più performanti potranno essere messe a disposizione degli olivicoltori per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli più sostenibili, idonei all’intensificazione colturale, resistenti ai patogeni, più tolleranti agli stress ambientali, particolarmente alla carenza idrica, più pregiati per la produzione di oli di alta qualità. Le royalty generate dalla vendita delle piante a livello mondiale finanzieranno il proseguo della ricerca e saranno concesse gratuitamente agli olivicoltori umbri. Il lavoro di ricerca e selezione continuerà nei prossimi anni, anche attingendo a nuove occasioni di finanziamento regionali e nazionali e coinvolgendo ricercatori e aziende che crederanno alle potenzialità di sviluppo del progetto. L’obiettivo è sostenere l’intera filiera del comparto olivicolo italiano, sia per la realizzazione di nuovi impianti intensivi con nuovi genotipi precoci, produttivi, climate-ready, disegnati per meccanizzare le operazioni di potatura e raccolta, che per la salvaguardia dell’olivicoltura tradizionale, patrimonio agricolo, paesaggistico e culturale dell’Umbria e di tante altre regioni olivicole.
Non solo Italia
La collaborazione con BF Spa offrirà al progetto possibilità di sviluppo mondiali, permettendo l’esportazione di un modello di filiera olivicola italiana controllata, passando dalla selezione genetica delle cultivar, alle tecniche di impianto e allevamento, a quelle di raccolta e di estrazione dell’olio, con l’obiettivo di commercializzare un olio extravergine di oliva italiano di alta qualità, al giusto prezzo di vendita. Oggi è già programmata la realizzazione di decine di migliaia di ettari di nuovi oliveti solo nell’area mediterranea, senza considerare gli oltre 20 Paesi nel resto del mondo che stanno progettando nuovi impianti e che potrebbero utilizzare e giovarsi del modello completo di filiera olivicolo italiano proposto. Questo porterebbe alle aziende italiane profitti considerando i costi attuali e le economie di scala che si genererebbero con questo progetto.
Il partenariato del progetto Olive Hub, guidato da F.lli Farchioni Società Agricola, è composto da Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Bioscienze e Biorisorse, Sede di Perugia (CNR-IBBR), Società Agricola Mastri Birrai Umbri, Rete d’Impresa Agroindustria Umbria, Frantoio del Trasimeno, Azienda Agricola Fonte Torre e Az. Agr. Proietti Gianni. Del consorzio del progetto Rete INNO.V.O., concluso nel 2022, hanno fatto parte Farchioni Olii, Soc.Agr. Fonte Cupa, Soc. Agr. Mastri Birrai Umbri, Soc. Agr. Petesse Maria Angela, Proietti Gianni, Agrimeccanica Ottavi, Buccelletti Vivai, Analysis S.R.L., CNR – IBBR, Università di Perugia - DSA3 e la Fondazione Mach.