Le startup nascenti in ambito agritech si stanno raggruppando in quattro cluster ben definiti descrivibili nella grafica soprastante
Gli 800.000 euro ricevuti nelle scorse settimane da Foodscovery sono sicuramente la punta dell’iceberg. Poi arrivano le iniziative a sostegno di Webeers, ecommerce dedicato al mondo dei birrai artigianali, e Quomi, che ha sviluppato un servizio di food delivery per consegnare a casa del consumatore ingredienti italiani di alta qualità, freschi e già dosati per cucinare una delle nove ricette selezionate da chef professionisti proposte ogni settimana sul suo sito. E questo solo per restare sotto l’ombrello Digital Magics, incubatore entrato nel capitale di tutte e tre le iniziative qui citate. La domanda sorge spontanea e inevitabile: è solo una casualità o c’è una tendenza precisa che unisce oggi il mondo delle startup e il cibo?
Ne abbiamo parlato proprio con Alberto Fioravanti, presidente di Digital Magics, per il quale siamo realmente in presenza di un nuovo macrotrend. Il dato emerge chiaro, a livello internazionale, da un’analisi presentata recentemente da AgFunder, marketplace delle startup del mondo agritech, secondo il quale lo scorso anno il segmento della fodd innovation ha chiamato a sé investimenti per 4,3 miliardi di dollari. Cifra record, ancor più significativa se si pensa che il 35 per cento di questi capitali sono stati indirizzati al mondo del food ecommerce, delivery inclusa. E se l’analisi si spinge ancora più nel dettaglio, le previsioni sono ancora più interessanti: entro i prossimi tre anni il solo segmento delle food delivery è destinato a raggiungere un valore di 90 miliardi di dollari a livello mondiale. E l’Italia? A guardare le sole cifre, si torna brutalmente con i piedi per terra. Nel 2013 l’1,2 per cento dell’ecommerce riguardava il mondo agroalimentare. Solo un anno dopo, (i dati in questo caso sono di Casaleggio Associati), il comparto vale 200 milioni di euro, con un incremento del 30 per cento e si dovrebbe arrivare al 2017 a un volume di 329 milioni di euro, con tassi di crescita stimati vicini al 20 per cento anno su anno.
L’articolo completo su Mark Up n. 248