A pochi giorni dall’inaugurazione delle due caffetterie di Corso Vercelli e Porta Romana, Starbucks apre in via Turati 25 sempre a Milano, portando a 7 il numero di nuovi caffè nell'arco di 8 mesi.
Con il locale di via Turati (che collega piazza della Repubblica a via Manzoni) altre 25 persone entrano nella squadra italiana di partner Starbucks (nel linguaggio della catena americana di Seattle, partner è sinonimo di dipendente/addetto/collaboratore). Le assunzioni continueranno nei prossimi a Milano e in altre città italiane, a partire a Torino, Roma e (aggiungiamo noi, azzardando un'ipotesi che non è poi così azzardata) Bologna.
Obiettivo: aprire in tutte le principali città turistiche, non esclusi i centri commerciali
"Stiamo ora lavorando per portare questa esperienza anche in altre città italiane entro la fine dell’anno -conferma Vincenzo Catrambone, managing director Starbucks Italia-. Fervono infatti i lavori su Torino, dove siamo in questo momento alla ricerca di personale qualificato che possa entrare a far parte della nostra squadra di partner. Stiamo lavorando per aprire altri 4/5 store entro fine anno".
Per quanto riguarda le posizioni dei locali, Starbucks sta rivalutando l'opzione centri commerciali: "sono sicuramente un punto importante nella nostra strategia di aperture e ne stiamo valutando alcuni, quali OrioCenter e altri nell’hinterland milanese" precisa Catrambone.
"Quello che è sicuro è che per la fine dell’anno è prevista l’apertura a Torino, per la quale stiamo oggi ricercando del personale specializzato da formare. Stiamo inoltre valutando alcune location su Roma, dove speriamo di aprire presto. Il nostro obiettivo nei prossimi anni è di aprire in tutte le principali città turistiche italiane".
Un format a stile variabile
"Ogni Starbucks ha uno stile e un carattere unico -commenta Catrambone-. Non esiste al mondo uno Starbucks uguale ad un altro, proprio perché i designer di Starbucks prendono ispirazione dalla città, dal quartiere e dalla location in cui apre lo store, per disegnare ogni locale".
Se dal punto di vista del design d'interni, dell'architettura, del layout e degli allestimenti (shopfitting) il format non ha regole fisse, come si può facilmente constatare dando un'occhiata agli Starbucks aperti a Milano, rimangono costanti nel tempo e nello spazio alcune caratteristiche dell'offerta e della filiera.
Anche nel nuovo store milanese di Turati propone al consumo il Frappuccino, marchio di fabbrica della catena con il logo della Sirena, e vista le temperature africane di questi giorni le bevande estive Blackberry MojitoGreen Tea Lemonade, Peach Citrus Green Tea Lemonade e il Cold Brew.
Passando alle politiche di Starbucks in materia di filiera e approvvigionamento, l’approccio globale nei confronti dell’approvvigionamento etico comprende -specifica la nota Starbucks- stipendi equi, accesso a finanziamenti agricoli e assistenza tecnica ai coltivatori per affrontare la complessità dell’universo agricolo: un processo a lungo termine. Ogni investimento è pensato su misura, secondo le esigenze specifiche del Paese. Starbucks ha investito oltre 100 milioni di dollari a sostegno delle comunità legate alla coltivazione del caffè. Programmi di cooperazione agricola e attività, tra cui Coffee and Farmer Equity (Cafe), centri di supporto per gli agricoltori, finanziamento agricolo e progetti di carbonio forestale. Tutti questi programmi supportano direttamente il sostentamento degli agricoltori.
Il 99% del caffè Starbucks è di provenienza etica verificata attraverso il programma internazionale di misure di conservazione Cafe. Il rimanente 1% è costituito dalle piccole coltivazioni sulle quali Starbucks può avere l’impatto maggiore portando agli agricoltori risorse e sostegno. Ciò permette, inoltre, l’apertura di piccoli mercati del caffè per condividere i caffè Reserve con i consumatori di tutto il mondo e, allo stesso tempo, coinvolgere le comunità agricole nel suo percorso verso il raggiungimento degli standard etici di approvvigionamento.