Il sorpasso è avvenuto: è la prima volta che le bollicine italiane battono i vini rossi & co 528 milioni bottiglie di spumante italiano esportate nei primi 9 mesi del 2024: più dei 524 milioni di rossi e rosati assieme. D’altronde il trend era avviato e si manifestava con sempre maggiore forza. Lo testimoniano questa volta i dati dell’Osservatorio dell’Unione italiana vini (Uiv). In questa classifica, i bianchi ormai sono distaccati (460 milioni di bottiglie esportate. A mettere il turbo alle esportazioni di spumanti è ancora lui: il prosecco, vero trainatore della categoria, che da solo incide sul 75% del totale spumante italiano diretto all’estero.
Più prosecco, meno rosso a Natale
Il sorpasso delle bollicine, secondo Uiv, è destinato a consolidarsi alla luce di una corsa che ha visto quintuplicare la produzione di bolle nel giro di vent’anni e che, secondo l’Osservatorio Uiv-Ismea, si appresta a infrangere la quota record di 1 miliardo di bottiglie entro la fine dell’anno, con 355 milioni di pezzi consumati in Italia e nel mondo solo per le festività. Ma non è solo una questione di bollicine per festeggiare le ricorrenze.
Spumante per incontrare le nuove tendenze del mercato
Le bollicine del Nord-Est del nostro Paese si adattano alla richiesta di vini meno impegnativi ed alcolici, con una beva più semplice, che incontrano il gusto delle giovani generazioni. “Lo sparkling italiano vince sui competitor stranieri perché è pop -sottolinea Paolo Castelletti, segretario generale di Uiv- e si rivolge a target trasversali e perché in diversi casi è abbinabile a una tendenza cocktail che dagli Usa sta ormai diventando globale. Un successo del metodo charmat ascrivibile in gran parte alla galassia prosecco e alla sua gestione, per un’area che pur rappresentando solo il 6% del vigneto Italia oggi sta tenendo a galla il nostro export”. Ormai il mercato estero guarda con sempre maggiore interesse al mondo dei cosiddetti vini nolo (vini low o no alcohol).
L’export di vino ringrazia lo spumante in generale (e il prosecco in particolare)
È lo spumante il protagonista della crescita dell’export italiano di vino nei primi 9 mesi del 2024: quasi 6 miliardi di euro, +3,4% a volume. Senza l’incremento in doppia cifra delle bollicine, in termini di volumi registreremmo un magro +0,5%. In impennata anche il valore della categoria, che nel periodo sale a 1,7 miliardi di euro, il 29% del totale del nostro export. Ma non è tutto. Il prosecco genera 1,3 miliardi di export, come già detto il 75% del totale Italia di spumante esportato, e il tutto viene da un fazzoletto di terra, come descrive il segretario generale della Uiv: stiamo parlando del 6% del terreno coltivato a vite da vino nel Paese. Si tratta di 40.000 ettari circa sommando le tre denominazioni del Conegliano Valdobbiadene, dell’Asolo e del Prosecco doc.