L'Osservatorio sullo Spreco Alimentare di Too Good To Go è lo studio che analizza i comportamenti e la consapevolezza in tema di spreco ed eccedenze alimentari da parte di consumatori, pubblici esercizi e grande distribuzione organizzata. La consapevolezza non manca, ma i livelli di approfondimento ed efficacia sono diversi. Parte in contemporanea anche la campagna "Piccoli passi, grande impatto" focalizzata sui gesti che ciascuno può compiere nella vita quotidiana per contribuire alla lotta allo spreco alimentare.
Lo spreco alimentare nell'indagine di Too Good To Go
Nel 2011 la Fao calcolava che circa un terzo della produzione alimentare mondiale andasse sprecata. C'è consapevolezza su questo tema?
Consumatori - I dati arrivano dallo studio condotto dal team del dipartimento di Management “Valter Cantino” dell'Università di Torino su consumatori e utenti di Too Good To Go.
-Il 95% mostra una consapevolezza profonda, con il 25% che dichiara di non sprecare mai cibo, il 52% di sprecarne meno di 250 g a settimana.
-Il 57% quantifica in 5 euro il valore del proprio spreco alimentare, il 40% tra 5 e 25 euro. A dimostrazione che non sprecare porta anche vantaggio economico.
-Il 90% pone attenzione alla data di scadenza, consumando prima ciò che ha la scadenza più ravvicinata e acquistando prodotti con la scadenza più avanzata.
-L'83% dichiara di consumare gli alimenti anche dopo la scadenza del termine minimo di conservazione (se non deteriorati), affidandosi più ai propri sensi che all'etichetta.
-Il 90% utilizza il freezer per conservare gli alimenti più a lungo.
-L'88% pianifica la spesa controllando il contenuto del frigorifero.
-L'85% riduce gli sprechi facendo una lista della spesa dettagliata.
Nelle pratiche antispreco, oltre a quelle elencate, c'è l'acquisto dei prodotti vicini alla scadenza a un prezzo scontato (66,89%), le ricette fatte con gli avanzi (53,87%, la condivisione del cibo (51,7%).
"Come Too Good To Go ci impegniamo quotidianamente per ridurre gli sprechi alimentari - dichiara Mirco Cerisola, country director Italy di Too Good To Go -, guidando il consumatore verso scelte più sostenibili e consapevoli. Scelte che passano anche dal superare la confusione riguardo le date di scadenza ed i termini minimi di conservazione. Come, ad esempio, la nostra etichetta consapevole Osserva-Annusa-Assaggia che, grazie alla collaborazione con quasi 500 brand, ad oggi si può trovare su 7 miliardi di confezioni di prodotti in 15 mercati europei, e che, anche alla luce dei risultati emersi dall’Osservatorio, sta aiutando i consumatori a sviluppare una sempre più profonda consapevolezza sul tema e ad attuare pratiche di consumo più responsabili”.
Le strategie antispreco della gdo
A rispondere sono stati i manager della gdo italiana, così da individuare le fasi della filiera e le cause più rilevanti degli sprechi. Ed eccole, sono due: la scadenza dei prodotti e il packaging difettoso. Mancano linee guida standard che definiscano target e modalità di calcolo, così manca la rendicontazione dello spreco.
Come risponde la gdo? Affida a figure dedicate la responsabilità di monitoraggio e ottimizzazione dello spreco lungo la filiera produttiva e commerciale. Tutte le insegne hanno sviluppato spontaneamente azioni concrete di contrasto, come donazioni a enti sociali, sconti sui prodotti vicini alla scadenza, software di previsione vendite, rotazione della merce rispetto agli stock in magazzino, promozione di una cultura anti-spreco in cucina e al ristorante.
In sintesi, la gdo considera importante:
-Prendersi la responsabilità
-Definire un processo strutturato per la gestione degli sprechi
-Incrementare la consapevolezza collettiva
-Sviluppare partnership per mettere in campo soluzioni innovative (Too Good To Go è tra queste).
Come agiscono i pubblici esercizi
Circa la metà dei ristoranti, bar e locali inclusi nella ricerca (e partner di Too Good To Go) è consapevole degli impatti ambientali, sociali ed economici dello spreco alimentare, in particolare la preoccupazione è sulle conseguenze economiche.
-L'80% afferma di impegnarsi nella riduzione degli sprechi.
-Solo il 14% dichiara di aver implementato un sistema di misurazione degli sprechi.
-Solo l'8% conosce la Legge Gadda e gli incentivi a donare gli alimenti.
-Il 31% dichiara di sprecare cibo per un valore pari a 400 euro al mese.
-Il 18,5% quantifica lo spreco tra 200 e 400 euro al mese.
Nelle 5 fasi analizzate (approvvigionamento, preparazione degli alimenti, stoccaggio, servizio al banco o in sala e consumo finale):
-Il 73% dichiara che il maggior spreco si verifica nella fase di servizio, ovvero nella vendita al dettaglio. In pratica la difficoltà è prevedere i flussi e pianificare gli acquisti, evitando gli invenduti a fine giornata.
-L'83% dichiara di avvalersi di app dedicate per "salvare" l'invenduto.
L'Osservatorio sullo spreco alimentare in breve
Lo studio è stato realizzato da Too Good To Go in collaborazione con l’Università di Torino, l’Università degli Studi Roma Tre e Bain & Company Italia. È stato presentato in occasione della Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari indetta dalle Nazioni Unite, il 29 settembre.
-L'Università di Torino si è concentrata sui consumatori finali con una survey rivolta ai clienti di Too Good To Go in tutta Italia.
-L'Università degli Studi di Roma Tre si è concentrata sui pubblici esercizi, con una survey inviata a 18.000 partner di Too Good To Go in tutta Italia.
-Bain & Company ha preso in esame la gdo attraverso interviste ai rappresentanti delle diverse insegne in Italia.
I numeri di Too Good To Go
15.400.000 pasti salvati dal 2019
38.500.000 kg di emissioni di CO2e evitate
4.300.000 Surprise Bag salvate
7,8 milioni di utenti
26.000 partner
45 aziende dell’industria alimentare (Box Dispensa)
70.000 Box Dispensa acquistati in 6 mesi