L’imprenditoria italiana è ricca di case history di eccellenza ma purtroppo se ne parla poco. Di recente ho ascoltato le storie di chi ha ereditato il business di famiglia in ambiti diversi fra loro, sia nel retail sia nella produzione. Nuove generazioni a capo dell’impresa di famiglia, che affondava le radici nel passato, e che hanno saputo traghettarla verso il digital, il marketing e tutto il nuovo che si palesava all’orizzonte. Ma cosa accomuna questi giovani imprenditori? L’entusiasmo, una storia familiare solida, il rispetto ma non l’attaccamento al passato, che, nella maggioranza dei casi, hanno vissuto giocherellando tra gli impianti di produzione, dietro un banco di vendita o al seguito dei nonni fondatori di quella realtà. Ma allora non è così difficile il cambio generazionale... Credo che tutto dipenda dalla lungimiranza dei genitori e dall’intraprendenza e la capacità d’invadenza delle nuove generazioni, dove per invadenza s’intende: mi calo nell’azienda con curiosità, mi ritaglio un ambito nuovo dove mettere a frutto i miei studi o quello che ho appreso vedendo altri modelli di business simile al mio. Dimostro le mie capacità, conquisto la fiducia dei capi, e, con il loro benestare, mi butto! Mi capita spesso però di vedere genitori arroccati al loro modello di business e figli che non hanno la possibilità, pur avendo fatto un percorso di studi eccellente, di entrare nel circuito. Qui la strada è in salita e se i figli non sono più che motivati e tenaci è facile che prendano altre strade. Ma focalizziamoci sulle case history di successo: farle conoscere a chi vuole conquistare l’impresa di famiglia vale più di qualsiasi lezione di marketing, digital o innovation.