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Sussidi per investimenti legge 488, contratti di programma, patti territoriali, contratti d’area, fondi europei, fondi strutturali, smart specialisation strategy, rigenerazione urbana (ecc.). Vale a dire: aiuti pubblici, prevalentemente alle imprese/territori del Sud, negli ultimi decenni. Ne parlano in un ottimo breve saggio Accetturo e de Blasio (Morire di aiuti, IBL Libri). Sintesi dei risultati: efficacia dei sussidi pari a zero (o quasi) a fronte della generazione di effetti collaterali negativi in termini di corruzione e riduzione del capitale sociale nelle comunità “beneficiarie” degli aiuti. Gli autori sono economisti -cresciuti in Banca d’Italia- che basano le loro conclusioni su lavori pubblicati in prestigiose riviste scientifiche internazionali (nessun orientamento politico, dunque). Il nostro Sud è drogato di aiuti: per somma ottengo, nell’arco di vent’anni, 37 miliardi di euro al netto dei fondi europei e dei fondi strutturali che valgono da soli altre decine di miliardi.
Se ci riflettiamo senza pregiudizi, riconosciamo facilmente che i sussidi hanno creato e consolidato una burocrazia centrale e locale autoreferenziale, l’unica che si sia avvantaggiata realmente di questi provvedimenti.
Cosa fare per cambiare? Gli autori suggeriscono nuove politiche basate su studi che selezionino i potenziali beneficiari in relazione alla probabilità ex ante che gli aiuti risultino efficaci. Nicola Rossi, che ha prefato il volumetto, propone una strategia più
drastica: eliminare qualsiasi forma di aiuto. Io dico che se proprio dobbiamo buttare soldi allora facciamolo dandoli direttamente ai cittadini, evitando almeno la mediazione dei mafiosetti locali.