Sognare e agire per realizzare la rivoluzione digitale (anche nel retail)

Alla Convention Var Group 2024, un forte invito a passare dal sogno all'azione concreta per realizzare la trasformazione abilitata dal digitale, con 6 sfide da saper cogliere e superare

"Hello Dreamers" è stato il saluto con cui Francesca Moriani, ceo di Var Group, ha aperto la Convention 2024 della società da lei guidata, davanti a una platea di 2.000 persone. Non un semplice invito a sognare: "Il tempo è finito -ha affermato con fermezza-, ora è il momento di trasformare il sogno in azioni concrete, di accelerare e sperimentare, di fare davvero la differenza con la tecnologia”.

Da Francesca Moriani un richiamo a pensare fuori dagli schemi e ad adottare nuovi modelli organizzativi, puntando sulla condivisione delle idee. L'azienda si è posta l'obiettivo di raggiungere in questo esercizio i 900 milioni di euro di fatturato, con una strategia basata sull'olocrazia e sull'inclusione

La visione è chiara: sfruttare il potenziale del digitale per affrontare con coraggio le sfide della trasformazione e cogliere le opportunità dell'intelligenza artificiale. La convention ha rappresentato un richiamo forte a pensare fuori dagli schemi e a mettere a frutto la propria creatività. La tecnologia offre gli strumenti per amplificare i sogni, ma il passo decisivo è fare in modo che quei sogni diventino realtà operativa, anche secondo le sei challenge proposte nell'area experience che abbiamo ripercorso nel video di apertura in compagnia di Elisabetta Rigobello, marketing manager di Tekne, la business unit Var Group che dallo scorso aprile ha riunito Di.Tech, Sailing e Merci, che offre in particolare al mondo retail e gdo, una gamma di soluzioni che spaziano dall'automazione dei punti di vendita e delle operazioni logistiche, alla gestione ottimizzata dei processi distributivi, fondendo tecnologia avanzata e conoscenza approfondita del settore.

In particolare nell'aria experience le sfide, che riguardano da vicino anche il mondo retail, portano a fare un viaggio nel mondo della Digital Evoultion tra escape room a tema cybersecurity, corner Esg dedicati all’integrazione dei temi ambientali, sociali e di governance, esperienze immersive tra multimedia workplace e digital signage, un focus sull'approccio data driven per il futuro delle decisioni aziendali e la gestione della supply chain per operazioni logistiche sostenibile e consapevole.

Superare i silos: il momento dell’olocrazia

Nella due giorni organizzata da Var Group, Francesca Moriani ha posto l'accento su un aspetto sul quale ritiene sia arrivato il momento di riflettere seriamente: le organizzazioni tradizionali non sono più adatte per affrontare le sfide moderne. La struttura a silos e la gerarchia rigida impediscono alle aziende di evolvere con la rapidità necessaria. La risposta a questa sfida, secondo Moriani, è abbracciare un modello di olocrazia (holacracy), un sistema di governance che distribuisce l'autorità decisionale tra i membri dell'organizzazione, senza la classica catena di comando. Introdotta circa 15 anni fa da Brian Robertson, l'holacracy consente alle persone di agire liberamente all'interno di regole che definiscono e autodefiniscono.

Questo modello mira a favorire la responsabilità condivisa e la partecipazione attiva, eliminando i tradizionali vincoli che frenano l'innovazione e ostacolano la collaborazione. Moriani ha spiegato come l’obiettivo, cui anche Var Group sta mirando, "è quello di dar vita a un ambiente nel quale ogni persona possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi comuni". Per Var Group, l'holacracy non è solo un cambiamento strutturale, ma anche culturale: significa promuovere un'organizzazione aperta e votata alla condivisione, dove le competenze sono messe in rete e le decisioni sono prese da chi conosce meglio la realtà quotidiana. E per raggiungere l’obiettivo, l’azienda ha costituito al proprio interno un team di 18 persone, per facilitare l'implementazione di questo modello, rompendo definitivamente le barriere organizzative e favorire un approccio più fluido e interconnesso.

Gli obiettivi e il futuro del gruppo

Tutto questo si inserisce in un piano industriale, che punta al raggiungimento dei 900 milioni di euro di fatturato entro la fine dell’anno fiscale in corso, attraverso investimenti mirati in tecnologia, organizzazione interna e percorsi di internazionalizzazione. La crescita prevista, infatti, non si limita al mercato italiano: Var Group sta espandendo la propria presenza internazionale, con un focus sull'Europa e l'intenzione di allargarsi verso l'Asia e gli Stati Uniti. Questo processo di espansione è supportato dalla capacità dell'azienda di adattarsi alle diverse realtà locali, mantenendo al tempo stesso una visione globale, secondo un modello di "glocalismo" che combina business globale e presenza locale.

Sul fronte delle tecnologie vere e proprie, per Var Group sono il fattore abilitante per migliorare il processo decisionale e ottimizzare l'intera catena del valore. Certo. L’intelligenza artificiale oggi è al centro dell’attenzione di tutti, ma è proprio qui che si registra il passaggio dal sogno alla realtà: ciò che conta è applicarla in modo concreto per trasformare i dati in informazioni strategiche e utilizzabili. Prioritari sono anche i fronti della cybersecurity e del cloud, che rappresenta sia una piattaforma di sviluppo applicativo sia un'infrastruttura chiave per garantire la scalabilità e la sicurezza delle operation aziendali.

Due nuove Business Unit: 7 Circle e Pluribus

Nel quadro della riorganizzazione strategica, Var Group ha lanciato due nuove Business Unit: 7 Circle e Pluribus, create per rispondere meglio alle diverse esigenze del mercato e per offrire soluzioni tecnologiche sempre più integrate e personalizzate. 7 Circle si concentra sull'advisory e su un utilizzo combinato delle tecnologie, lavorando a stretto contatto con i clienti per affrontare bisogni specifici attraverso un approccio multidisciplinare.

Pluribus, invece, è pensata per il mondo dello small business e funge da aggregatore degli asset proprietari del gruppo. Si propone come una software house di dimensioni significative, in grado di fornire soluzioni integrate per le piccole e medie imprese, rispondendo anche a bisogni che i clienti stessi potrebbero non sapere come affrontare. Questa struttura flessibile consente di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze del mercato, offrendo supporto a tutti i livelli dell'organizzazione aziendale.

Inclusione e diversità: una risorsa strategica

Nel corso della convention non è stato trascurato il tema dell'inclusione e della valorizzazione delle diversità come leve strategiche per il successo. Francesca Moriani ha ribadito che l'empowerment femminile e l'inclusione a 360 gradi sono essenziali per costruire un'organizzazione più innovativa e competitiva. L'impegno di Var Group in materia di diversity, equity e inclusion (Dei) mira a creare un ambiente in cui le differenze siano considerate una risorsa e non un ostacolo.

Il gruppo ha messo in campo iniziative concrete per colmare il gap di genere e promuovere la leadership femminile, riconoscendo che esistono ancora barriere culturali da abbattere. Moriani ha sottolineato che il vero cambiamento passa anche dall'esempio, con leader femminili che possano ispirare altre donne a credere nelle proprie capacità. La diversità non è solo una questione di genere, ma anche di background, competenze e punti di vista, che insieme possono contribuire a costruire un'azienda capace di affrontare le sfide con una visione più ampia e inclusiva.

L’hackathon di Var Group e i Ray-Ban Meta per Bauli

Nel corso della convention, Var Group ha anche promosso un hackathon tra studenti provenienti da tutta Italia e non solo. Vincitore della sfida, un progetto realizzato da un team di 5 studenti per Bauli. I ragazzi hanno sviluppato una soluzione per automatizzare e snellire il processo di controllo degli scaffali nei supermercati.

Foto fatta da Luca Moroni alla conventionLa sfida consisteva nel verificare che gli scaffali dove sono esposti i prodotti Bauli fossero in condizioni ottimali per la vendita e rispettassero gli accordi contrattuali con i punti vendita.
La soluzione proposta utilizza i Ray-Ban Meta, occhiali dotati di funzionalità di realtà aumentata, per raccogliere informazioni direttamente sugli scaffali. Con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, i dati acquisiti –come il riconoscimento del barcode e altre metriche sull'allestimento– vengono elaborati per valutare la qualità dell'esposizione dei prodotti. Questo approccio consente di effettuare i controlli in modo più rapido e anche da parte di personale non esperto, automatizzando il processo di verifica degli scaffali e migliorando l'efficienza operativa.

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