Soft skills: la chiave per l’occupabilità dei giovani laureati in Italia

Serve però ridurre il divario tra competenze richieste e abilità possedute, tramite uno sforzo congiunto tra università, imprese e neolaureati

In un mercato del lavoro in continua evoluzione, dominato da cambiamenti tecnologici, ambientali e sociali, il divario tra le competenze richieste dai datori di lavoro e quelle effettivamente possedute dai giovani laureati è un tema sempre più attuale. Questo gap non riguarda solo le competenze tecniche, ma soprattutto le soft skills, quelle abilità trasversali che consentono di adattarsi rapidamente, lavorare in gruppo e affrontare situazioni complesse.

Oggi, più che mai, è cruciale capire quali siano le competenze richieste dal mercato e come i giovani laureati possano prepararsi al meglio per soddisfarle.
Nel nostro recente studio, condotto su un campione di 392 manager italiani (Scrimieri, Patrizi, Pastore, 2024), abbiamo esaminato le soft skills ritenute fondamentali per i giovani laureati che si preparano a entrare nel mercato del lavoro. I risultati sono stati chiari: la capacità di lavorare in team, comunicare in modo efficace e apprendere continuamente si collocano tra le competenze più apprezzate dai datori di lavoro. Tuttavia, abbiamo riscontrato un significativo divario tra l’importanza attribuita a queste competenze e il livello di soddisfazione espresso dai manager riguardo alle capacità effettivamente possedute dai neolaureati.
Questa insoddisfazione, particolarmente marcata in ambiti come la gestione delle informazioni e l’attitudine all’innovazione, evidenzia un’urgenza: università e istituzioni devono collaborare per migliorare l’allineamento tra la formazione accademica e le richieste del mercato del lavoro.

Questo tema è di particolare rilevanza per l'Italia, dove, secondo Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro), la transizione dei giovani dal mondo accademico a quello professionale è spesso difficoltosa. I dati dell’Excelsior Report (2022) mostrano che, nonostante l’elevata domanda di competenze trasversali, il sistema educativo italiano fatica ancora a fornire ai giovani laureati le soft skills necessarie per essere competitivi nel mercato del lavoro. Il nostro studio non solo conferma questa tendenza, ma identifica le aree specifiche dove è urgente intervenire.
Un altro aspetto interessante emerso dalla nostra ricerca riguarda la sostenibilità. In un'epoca in cui le imprese stanno sempre più orientandosi verso pratiche sostenibili, i giovani laureati devono dimostrare di possedere competenze relative alla gestione delle tematiche ambientali e sociali, con particolare riferimento alla Diversity & Inclusion.

Ma come possono le università colmare il divario tra le competenze richieste e quelle fornite? Prima di tutto, è fondamentale integrare i percorsi formativi, introducendo metodi didattici innovativi e attività extracurricolari che promuovano lo sviluppo delle soft skills. Alcune possibili soluzioni includono, oltre all'organizzazione di moduli didattici specifici sulle soft skills, lo svolgimento di progetti di gruppo, laboratori, stage, tirocini e collaborazioni con il mondo aziendale. Questi strumenti, se ben progettati e attuati, possono contribuire a formare laureati maggiormente pronti a operare efficacemente all’interno delle organizzazioni.

Dal punto di vista aziendale, emerge la necessità di adottare programmi di inserimento e formazione che accompagnino i giovani laureati nello sviluppo di competenze come il problem solving, la gestione del conflitto o la capacità di prendere decisioni in situazioni di incertezza.
Queste abilità non devono essere date per scontate all’inizio della carriera, ma devono essere coltivate con il tempo e l’esperienza.
In definitiva, il divario tra competenze richieste e competenze possedute è una questione che richiede uno sforzo congiunto tra università, imprese e giovani laureati. Solo attraverso una profonda e fattiva collaborazione sinergica sarà possibile preparare le nuove generazioni alle sfide di un mercato del lavoro sempre più complesso e in evoluzione.

Riferimenti:
1. Chiara Scrimieri, Michela Patrizi, Alberto Pastore. What employers want: The “must-have” soft
skills for entering the labor market, Sinergie - Italian Journal of Management, 2024.
2.UNIONCAMERE-ANPAL, SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR (2022), Previsione dei fabbisogni
occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2022-2026).

* Sapienza Università di Roma

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