Il contesto è quello di piattaforme social che, parallelamente a un aumento d’uso presso i consumatori, sviluppano nuove funzionalità legate al business e a servizio delle aziende. Facebook e Twitter lo stanno facendo con costanza da tempo e il sempre più chiacchierato Snapchat non fa eccezione, soprattutto in quanto canale particolarmente adeguato per intercettare un’audience young.
Abbiamo già parlato di come questa applicazione dall’identità unica, basata sullo scambio di foto e brevi video che si autodistruggono automaticamente dopo la fruizione, lasci prevedere anche in Italia un crescente successo. A livello globale gli utenti giornalieri di Snapchat hanno già superato quelli di Twitter, mentre nel nostro Paese secondo gli ultimi dati sfioriamo le 700mila persone, in crescita costante anche in linea con l’adozione dello strumento da parte di figure popolari e famose.
Pur trattandosi di numeri ancora distanti dai grandi catalizzatori della rete, parliamo di un cluster altamente definito e composto al 61% da giovani tra i 18 e i 24 anni e al 22% tra i 25 e i 34 anni. Grazie alla tipologia di storytelling abilitata dal social per i brand è possibile interagire con questi ultimi in modo efficace, divertente e coinvolgente.
Non è un caso che, in ottica di ulteriore engagement, Snapchat abbia appena acquistato la startup Bitmoji emoticons per un valore stimato e approssimativo di circa 100 milioni di dollari. Quest’ultima offre infatti agli utenti la possibilità di creare una versione di sé stessi miniaturizzata e in stile fumetto per rappresentare le proprie emozioni ed azioni in modalità ancora più personalizzata.
La direzione da seguire è ancora una volta quella di un social media marketing basato sulla comunicazione orizzontale, ironica e capace di mettersi in gioco bypassando le formule più promozionali e attingendo ai contemporanei stilemi di spontaneità.