L’industria, la ristorazione, la gdo: tutti produciamo sprechi alimentari. Le soluzioni sono due, diminuire quanto più possibile gli eccessi e donare gli avanzi. Ma un punto essenziale è comprendere che gli sprechi non sono solo a valle, ma anche nel processo di trasformazione. Si apre con questa premessa il convegno per i 20 anni di Siticibo, la prima applicazione della legge 155/2003, cosiddetta del Buon Samaritano, da parte di Banco Alimentare. Siticibo ha dato una svolta al lavoro di recupero di alimenti di Banco Alimentare che fino al 2000 riusciva a raccogliere solo prodotti non deperibili, e che oggi permette la raccolta e redistribuzione di ogni genere di cibaria dal secco al fresco fino al surgelato. Il programma ha iniziato la collaborazione con la ristorazione nel 2003 e in 20 anni sono stati raccolti 6.636.437 kg di alimenti; il 2005 è stata la volta della gdo che tramite Siticibo ha raggiunto un recupero in 18 anni di 190 milioni di pasti.
“La legge 166/2016 è un modo per donare ai prodotti che perdono valore commerciale, valore sociale. La qualità di questa legge è l’introduzione del concetto di varietà: di soggetti e di prodotto”, spiega l’Onorevole Maria Chiara Gadda, vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura e prima firmataria di quella che viene definita legge antispreco. La varietà fa la differenza tra nutrire e garantire una vita dignitosa a partire da un’alimentazione corretta composta da cibi sani, variegati e buoni. “La legge oggi è autonoma dal punto di vista fiscale, va attuata -continua l’Onorevole-. Seppur in forme organizzative differenti, il vero tema oggi è l’organizzazione e la logistica perché anche il bene, va fatto bene”.
La gdo con Siticibo
In questo processo virtuoso Lidl è uno dei maggiori donatori, una beneficenza che non si limita ai generi alimentari: donazioni economiche, ma soprattutto di beni come carrelli elevatori e banchi frigo. “Quello che per noi ha una vita di 5-6 anni, per Banco Alimentare può essere molto prezioso”, spiega Massimiliano Silvestri, presidente di Lidl Italia; l’azienda, infatti, ha devoluto a Banco Alimentare 40 vasche frigo e 53 transpallet. Il recupero delle eccedenze è iniziato nel 2018 e oggi sono ben 523 i punti di vendita che donano. Gli obiettivi futuri riguardano la strutturazione di un’organizzazione che permetta la donazione di merce a temperatura controllata, e poi “la definizione di un volontariato interno all’azienda: ci stiamo attivando per fornire al dipendente una giornata che può dedicare ai meno fortunati”.
Una new entry nel programma Siticibo è quella di Conad che afferma di fare del contrasto allo spreco alimentare un mantra: “Lavoriamo con gli imprenditori proprietari dei negozi e, quindi, la gestione è più impegnativa perché dobbiamo attivare ogni singolo punto di vendita -commenta Francesco Avanzini, direttore generale del Gruppo Conad-. La Fondazione Conad Ets si è attivata per promuovere il progetto presso i nostri soci, incoraggiando alla lotta allo spreco”.
Ma in cosa la gdo può sostenere maggiormente le attività di recupero? “La totalità delle nostre imprese effettua donazioni -commenta Carlo Buttarelli, presidente di Federdistribuzione-. L’obiettivo della distribuzione è ridurre gli sprechi, lavorando parallelamente alla sensibilizzazione degli associati a donare”.
Dalla ristorazione
La ristorazione, specialmente quella di grandi dimensioni come le mense, è una grande risorsa per realtà come Banco Alimentare grazie a programmi come Siticibo, la legge del Buon Samaritano e la Legge Gadda (166/2016) che hanno permesso la regolamentazione dei recuperi di alimenti di ogni genere. Sodexo ha un forte legame con Banco Alimentare basti pensare che solo nel 2022, dalla partnership sono nate tre nuove mense. Si aggiungono, poi, progetti Sodexo come Stop Hunger, che coinvolge il volontariato aziendale e tra gli obiettivi ha il sostegno alimentare e la lotta alla malnutrizione. “Vogliamo progredire e rendere la beneficenza un lavoro di squadra -spiega il Ceo Stefano Biaggi-. Uno dei progetti pilota sarà l’acquisto da parte di Sodexo di un biscotto che viene venduto ai clienti a un prezzo simbolico che andrà in donazione”.
Nella ristorazione collettiva, importante anche l’attività di Elior che collabora da quasi 20 anni con Banco Alimentare: “Le attività di donazione non sarebbero possibili se non ci fosse la collaborazione dei nostri cuochi che si occupano del recupero corretto -afferma Rosario Ambrosino, Ad di Elior-. Vogliamo lavorare sulla trasformazione: lottare contro gli sprechi non significa ridurre la quantità di cibo da donare a realtà come Banco Alimentare, bensì lavorare a monte del processo trasformando le materie prime in scadenza e allungando le shelf life”.
C’è, poi, la donazione da una ristorazione diversa, quella degli eventi. È il caso del lavoro messo in piedi da Food for Good, il progetto di Federcongressi & Eventi per il recupero di pasti pronti da manifestazioni private e non: “Bisogna pensare che da ogni evento, per quanto ben organizzato, avanza minimo il 30% di cibo -spiega Alessia Tosti, responsabile comunicazione di Federcongressi & Eventi-. Con Food for Good l’avanzo finisce entro due ore alla mensa caritatevole più vicina; non si tratta solo di fornire cibo, ma anche di avvicinare le persone: all’evento o alla mensa tutti mangiano lo stesso cibo. Siamo riusciti a distribuire anche i pasti avanzati da eventi come il Jova Beach Party”.