Dallo shock della pandemia all’inflazione. Uno scenario non certo facile che a #Linkontro NielsenIQ 2023 analizza l’economista Lucrezia Reichlin, della London School of Economics, raccontando le trasformazioni in atto e il futuro dell’economia.
Tassi più alti e restrizione creditizia sono dati di fatto. Cosa bisogna aspettarsi? L’inflazione scenderà? “Sì, scenderà: sta già accadendo da qualche mese; quello che non scende è la core inflation che è di fatto più persistente di quanto le banche non si aspettassero”.
Sui tassi di interesse aggiunge: “Noi stiamo vivendo una fase di aumento dei tassi che è la più dura dal dopoguerra. Non si era mai visto un aumento così rapido, né negli Usa né in Europa. L’obiettivo è di arrivare al 2% al 2025. Va valutata però un’inerzia di almeno 60 mesi, indipendentemente dalla politica monetaria”. Su questo obiettivo Lucrezia Reichlin sottolinea: “Il problema però è chiedersi se sia saggio far tornare l’inflazione al 2% nel medio periodo. Molti economisti ritengono che non lo sia”.
Cosa aspettarsi quindi? “Mi aspetto quello che si aspetta il mercato -continua Lucrezia Reichlin-. È annunciato che ci saranno altri due aumenti di tassi; dopo di che probabilmente scenderanno, ma la domanda da porsi è quanto velocemente questo accadrà e per quanto tempo i tassi nominali resteranno oltre il 3%. Se il tasso reale dovesse rimanere troppo alto, sarebbe penalizzante per i consumi. Su questo aspetto è importante che la Bce faccia un serio ragionamento”.
In uno scenario simile, c’è da essere ottimisti? “Io non lo sono -ammette l’economista- perché per una famiglia di medio e basso reddito lo shock negativo è stato del 15%. Questo significa che c’è un forte disagio sociale e un calo dei consumi con una tensione tangibile. Mi preoccupa, inoltre, il debito al 140%. Serve quindi una prova di saggezza. Per questo è importante sapere spendere le risorse ottenute con il Pnrr.”