Baby Boomer, Generazione X, Millennial e Generazione Z: sono queste le quattro generazioni che oggi convivono all'interno delle aziende, portando tutti i rispettivi bagagli di competenze, cultura e stile di vita. Dal convivere, magari faticosamente, al lavorare in sinergia, però, il passo è lungo. Come passare dal primo scenario al secondo? C'è una formula vincente e tutto sommato di facile adozione, che in Italia è ancora relativamente poco conosciuta: lo shadow board.
Che cos'è lo shadow board e perché funziona
Uno shadow board, o consiglio ombra, è un gruppo di giovani dipendenti scelti per collaborare costantemente con il consiglio esecutivo su iniziative strategiche. Come spiega la Harvard Business Review, che analizzato la formula per una durata di circa 5 anni, lo shadow board è pensato per introdurre il team dirigente di un’azienda (tipicamente di mezza età) a nuove prospettive e intuizioni. Un gruppo-guida dinamico e senza potere esecutivo che aiuta i senior a "restare al passo", favorendo un più ampio e fruttuoso interscambio generazionale. I dati ci dicono, peraltro, che molte nuove risorse giovani pagano ancora lo scotto dell'isolamento da Covid-19 e del lavoro da remoto: un gap per l'effettivo inserimento in azienda e la creazione di team affiatati. Lo shadow board supporta invece l'interazione umana e la creazione di legami più solidi, riportando una sorta di equilibrio nella forza, pur non negando la possibilità di un lavoro flessibile a livello orario e geografico.
Lo studio quinquennale di Harvard ha coinvolto aziende che praticano lo shadow board pur essendo di settori e dimensioni molto diverse: dai 25 ai 200.000 dipendenti. I risultati sono tuttavia omogenei e confermano vantaggi sia sul fronte dell'innovazione, con un test & learn delle idee all'interno di un ambiente sicuro e adeguato, sia sul fronte della maggiore armonia intergenerazionale e all'interno della gerarchia.
Case history vincenti
Uno dei casi esaminati e menzionati è quello della catena Mövenpick Hotels & Resorts, che risulta davvero emblematico per tutti i business. Il team dirigente dell'azienda discuteva da più di un anno della necessità di creare un'app per le prenotazioni, anche perché tutti i suoi concorrenti ne avevano già una. Il reparto IT interno aveva condotto di conseguenza studi approfonditi sulla fattibilità del progetto, ma proprio mentre l’azienda si preparava a cercare fornitori per farlo partire, il management ha sottoposto l’idea dell'app al comitato ombra, i cui membri si sono opposti. I giovani dipendenti sostenevano che creare l'ennesima app sarebbe stato uno spreco di tempo e denaro, spiegando che gli utenti non avevano voglia di continuare a scaricarne di nuove, ricordandosi le relative password. Il senior management, i team IT e i commerciali, invece di opporre resistenza hanno considerato questo punto di vista e collaborato con lo shadow board per sviluppare invece di un'app un'interfaccia web diretta. "È stato un momento davvero cool", ricorda Craig Cochrane, vicepresidente senior del talento e della cultura in azienda: "Non so quanto tempo o denaro avremmo speso seguendo il percorso dell'app, senza ottenerne alcun vantaggio particolare, se non fosse stato per lo shadow board che ci ha fornito quel feedback in modo così schietto". Certo, questo esempio mostra anche chiaramente che non basta creare il comitato ombra, ma bisogna poi essere disposti ad ascoltarlo.
Tra le aziende che in Italia hanno adottato questa formula con successo c'è Gucci, che già nel 2015 ha saputo cogliere l'onda (non ha caso parliamo del top brand italiano per fatturato su scala globale) e vedere i suoi profitti successivamente aumentare anno su anno, grazie a quella che l'azienda stessa ha definito come una sorta di "sveglia interna".