Settore lusso europeo: un modello apripista per la ripresa economica

Il valore dei beni e dei servizi prodotti dal settore lusso europeo è cresciuto del 28% tra il 2010 e il 2013, creando circa 200mila posti di lavoro. Se i settori del lusso Ue venissero inoltre considerati collettivamente, come un unico Paese, quest’ultimo sarebbe la settima economia più grande dell’Unione europea e la ventesima a livello mondiale. Questi i dati portati alla luce dallo studio lanciato il 9 dicembre dal Parlamento europeo, alla presenza dei suoi membri e di Elżbieta Bieńkowska, commissario europeo per il Mercato Interno, l’Industria, l’Imprenditorialità e le Pmi.

Una risorsa da valorizzare
La European Cultural and Creative Industries Alliance (ECCIA), composta dalle 5 maggiori associazioni europee del settore, i cui membri rappresentano circa i 400 principali marchi di lusso europei, aveva già presentato nel 2012 un primo report, che evidenziava l’unicità del modello del settore lusso europeo, nonché del suo contributo a società ed economia. Successivamente, i risultati sono stati convalidati dai legislatori europei, che hanno riconosciuto tali industrie come modello da seguire per il rilancio della competitività europea.
“Si conferma che il modello del settore lusso, con la sua enfasi sulle competenze e la conoscenza, riserva all’Unione europea un vantaggio comparativo, meritando pertanto tutto il nostro appoggio come legislatori europei”, afferma Antonio Tajani, Vicepresidente del Parlamento europeo. “Il settore del lusso è un perfetto ambasciatore per l’impostazione di valori europei unici quali l’eccellenza, la creatività e l’artigianato”, sottolinea a sua volta Michael Ward, Managing Director di Harrods e Presidente di ECCIA.

Il rapporto scaricabile

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