I dati, elaborati dall’Ice, sono la conseguenza delle tensioni fra Unione europea e Russia, sfociati poi nelle sanzioni di Bruxelles e il conseguente embargo su alcuni settori dell’economia, fra cui anche le carni. Secondo Ice, inoltre, fra il 2011 e il 2013 la Russia rappresentava la 9ª destinazione per l’export di carne italiana, mentre oggi è slittata al 17° posto.
Le cifre sono state comunicate a Veronafiere dal segretario generale della Camera di Commercio italo-russa, Leonora Barbiani, nel corso dell’evento sui Mercati e filiere delle carni all’estero, organizzato in vista della 26ª edizione di Eurocarne, rassegna internazionale dedicata alla carne, in programma a Verona dal 10 al 13 maggio 2015 (www.eurocarne.it).
A livello europeo, da luglio ad agosto 2014 la fornitura di carni bovine è diminuita del 64%, scendendo da 4.600 tonnellate a 1.700, mentre il pollame ha registrato una flessione mensile del 65%, passando da 10.000 tonnellate a 2.600 (fonte: Meatinfo).
Opportunità ancora elevate per le macchine e le tecnologie italiane
"Rimangono elevate le opportunità di business per le macchine e le tecnologie legate alla lavorazione e trasformazione delle carni -afferma Barbiani-. La Russia importa l’80% delle macchine dall’Europa e l’Italia rappresenta il 20% del volume totale importato, seconda soltanto alla Germania, leader del mercato con il 30%, e davanti ad Austria, Polonia, Danimarca e Olanda".
Secondo il segretario generale Barbiani: "Il recente accordo siglato da Cremonini con le Ferrovie russe per la ristorazione può rappresentare un traino per tutto il comparto delle carni, a partire dalle tecnologie". Quanto all’embargo: "attendiamo entro la fine di novembre la visita a Mosca dell’Alto commissario per la politica estera e la sicurezza comune Federica Mogherini e, personalmente, mi auguro che quando a marzo l’Unione europea ridiscuterà le sanzioni, vi sia almeno un Paese che esprima un voto contrario".
Il nodo Inalca
Rimane però il dubbio circa l'evoluzione delle relazioni fra Cremonini e la Russia, visto che il recente accordo con il Fondo Strategico Italiano e il Qatar entrati nel capitale Inalca (ne abbiamo dato notizia il 14 novembre) si inserisce in un contesto internazionale di contrapposizione a livello strategico fra Russia e Qatar in funzione dei gasdotti che dovrebbero portare il gas in Europa. Occorre ricordare, infatti, che in ottobre 2013, cioè molto tempo prima che fossero attivate le sanzioni, Inalca e Knightsbridge Group avevano siglato un'accordo per lo sviluppo delle attività di distribuzione food e di produzione di carne in Russia e altri 11 paesi eurasiatici mediante una nuova società, “Inalca Eurasia Holdings” (ne avevamo dato notizia su Gdoweek.it). Rimane da verificare se l'accordo con il Qatar possa nuocere allo sviluppo delle relazioni verso la Russia.