San Michele aggiorna il pack per la salumeria preconfezionata

I prodotti a libero servizio hanno conosciuto una stagione di forte gradimento. E le proposte di confezioni rinnovabili si sono imposte sul mercato

Una storia iniziata a San Michele Tiorre (Felino), nel cuore della Food Valley parmense, che negli anni ha portato l’azienda ad integrare completamente tutte le fasi di lavorazione e produzione dei prosciutti, così da arrivare ad un export del 48% e mete quali Stati Uniti, Russia, Canada, Argentina, Messico, Giappone, Corea, Vietnam e Australia. E recentemente anche Uruguay. Con un fatturato che si aggira sui 42 milioni di euro, Salumificio San Michele - da oltre 35 anni nel settore dei prosciutti stagionati e proprietario anche del marchio Val del Cinghio - conta una novantina di addetti, distribuiti tra i suoi quattro stabilimenti, e conta una commercializzazione al 60% in gdo.
A parlarcene è l'amministratore delegato, Daniele Cremonesi: “Il fatturato è distribuito per una metà in Italia e per l'altra metà all’estero. Il 2020 si è chiuso positivamente con un aumento di circa il 3% e prevediamo un segno positivo anche per l’anno appena concluso. Il periodo storico appena attraversato ha visto la clientela preferire i prodotti preconfezionati, soprattutto affettati a peso imposto, piuttosto che prodotti al banco servito (a peso variabile). La ragione risiede certamente nella comodità di utilizzo da parte del cliente stesso: i preconfezionati hanno una shelf-life più lunga”.
Rispetto alle strategie sul canale, il manager precisa: “Nella gdo siamo presenti con tutte le linee di prodotto a banco taglio. Quindi tutta la gamma dei Prosciutti di Parma DOP, del brand Val di Cinghio e dei prosciutti San Michele da carni MEC (ossia carni selezionate in Unione Europea, ma stagionate in Italia). La quota di vendita in gdo rimane comunque, per circa il 70%, rappresentata dalla Private Label, ma stiamo rivedendo la nostra strategia per aumentare ulteriormente la proposta di prodotti di marca anche in questo canale”.
La produzione annua si aggira attorno al milione di pezzi, dai prodotti più tradizionali alle linee senza conservanti e senza glutine. Salumificio San Michele si preoccupa di ogni passaggio produttivo, dalla lavorazione delle carni al confezionamento e packaging. Con un occhio sempre rivolto al futuro, tra novità e investimenti.
“Puntiamo ad ampliare le nostre proposte di packaging rinnovabile, ancora limitate nel settore salumi. Abbiamo già sostituito la plastica con la carta nei prodotti in vaschetta e in generale diminuito gli spessori utilizzati. Stiamo inoltre continuando il nostro lavoro con la gamma di salumi affettati Antibiotic Free, prodotti con carni provenienti da animali che durante la loro vita non hanno mai ricevuto antibiotici. Sempre parlando di innovazione, stiamo lavorando per proporre un prosciutto con un tenore di sale più basso che permetta di avere un nutri-score migliore”.

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