Ripartire si può: segnali di ripresa al Sud

Check Up Mezzogiorno

Check Up MezzogiornoTimidi segni di ripresa per il Mezzogiorno d'Italia, ma soprattutto segnali di un grande potenziale inespresso che si manifesta soprattutto nell'export, nel turismo e nelle giovani imprese. Tutto questo, in uno scenario di fiducia ancora bassa a causa del panorama nazionale e internazionale incerto e di segnali contrastanti, come l'instabilità politica, gli appuntamenti elettorali, e un Pil che stenta a decollare e che secondo Svimez nel 2016 si attesterà a un +0,3%. È questo il quadro dipinto dal Rapporto Check-up Mezzogiorno di luglio 2016 a cura dell'Area Politiche Regionali per la coesione territoriale di Confindustria ed Srm - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno.

Nettamente positivo il dato relativo al numero delle imprese: per la prima volta da anni torna in attivo, +0,6%, oltre 10 mila imprese in più su un totale di 1,7 milioni di imprese attive, e +6% per le imprese di capitali, 16 mila in più, anche se piccole o piccolissime. Il dato conferma la caratteristica del tessuto produttivo meridionale, dove il 99% delle imprese ha meno di 49 addetti, ed è trainato da una riduzione dei fallimenti, dall'aumento delle imprese che aderiscono a contratti di rete e dall'andamento positivo delle nuove imprese aperte da giovani e da donne.

L'esport del Mezzogiorno cresce del 2,5% rispetto al primo trimestre 2015, mentre il dato nazionale è rimasto stabile, e nei distretti meridionali l'aumento medio, pari all'8%, è superiore a quello dei distretti del Centro Nord, pari al 3-5%. Il sud però è diviso: cresce l'export in Abruzzo, Molise e Basilicata, mentre scende in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Tra i settori oggetto di esportazione, bene l'automotive, +32,9%, l'elettronica e +22,2%, mentre sono in calo i prodotti della raffinazione, -27,4%, i prodotti chimici e farmaceutici e anche l'agroalimentare, -2,4%, settore che invece era sempre cresciuto anche durante la crisi.

Il turismo è un altro settore nel quale il suid eccelle: le presenze turistiche di stranieri sono cresciute di 400 mila unità, e anche gli arrivi in porti e aeroporti sono in salita. Turisti che tendono a spendere di più anche in cultura, poiché crescono del 13% gli introiti dei musei.

"La fotografia del Mezzogiorno all'inizio del 2016 - si legge nel rapporto - è dunque quella di un'area che torna lentamente alla crescita, in cui i segnali positivi si affiancano a elementi di incertezza più o meno significativi, essendo ancora insufficienti a colmare in tempi brevi i divari apertisi con la crisi".

Si è stabilizzato per la prima volta nel 2015 dopo anni di peggioramento rispetto alla Ue e al Centro Nord il dato della ricchezza pro capite, cresce la produttività (ma rimane 18 punti sotto quella del Centro Nord), in crescita fatturato, valore aggiunto e investimenti delle imprese, ma solo di quelle più strutturate con oltre 50 addetti.

"Eppure, la crescita potrebbe essere più intensa - si prosegue nel rapporto - proprio dove più ampi sono gli spazi di recupero, e cioè proprio nelle regioni meridionali". La strategia proposta verso la ripresa riguarda il sostegno degli investimenti pubblici e privati, intervenire sull'occupazione e accelerare io tempi di attuazione delle politiche. "Servono politiche più intense ma uguali a quelle necessarie al resto del Paese".

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