Reti virtuali, tutela di indipendenza

Secondo Marco Cossolo, presidente di Federfarma, l’associazionismo è la strada per rimanere competitivi e sul mercato (da Mark Up n. 275)

Il futuro del canale farmacia passa dall’appartenenza a network virtuali, unica opzione per restare indipendenti e competere ad armi pari con le catene di proprietà. Cambierà anche il ruolo del farmacista: da distributore a gestore di farmaci, cioè consulente del paziente intorno al mondo dell’healthcare. L’obiettivo è attuare un percorso centrato sullo sviluppo di servizi sempre più accurati, che possano includere anche la gestione delle malattie croniche. Questi alcuni degli obiettivi per il prossimo anno per Marco Cossolo, presidente di Federfarma, Federazione che rappresenta oltre 17.000 farmacie private convenzionate con il Ssn.

Quali sono le vostre priorità per il 2019?

Lavoreremo soprattutto in due direzioni: da un lato, cercheremo di capire come intendono muoversi le società di capitali che stanno entrando nel mondo del retail farmaceutico; dall’altro, aiuteremo i farmacisti indipendenti a gestire le nuove opportunità, ma anche le eventuali criticità che l’arrivo di questi nuovi attori comporterà.

Come intendete supportare il farmacista indipendente?

In primo luogo, facendogli capire che, se vuole restare sul mercato, non potrà più lavorare da solo. I termini “solo” e “indipendente” non saranno più sinonimi di libertà gestionale del professionista, ma concetti in antitesi. Il farmacista, per mantenere la propria autonomia, dovrà aggregarsi in catene virtuali.

E noi, come Federfarma, siamo in prima linea per stimolare la scelta dell’associazionismo in rete, attraverso la nostra catena virtuale Sistema Farmacia Italia, progetto con il quale stiamo cominciando a partire ora. Sono convinto che se i farmacisti indipendenti riusciranno a comprendere l’importanza dell’adesione ad una rete, non avranno più timore dei network diretti per due ragioni: da un lato, le società di capitali che investono nel segmento della farmacia vogliono favorire lo sviluppo dell’intero canale, e non il contrario; dall’altro, il farmacista, aggregandosi, potrà competere con le catene reali, abbinando la sua tradizionale vicinanza al paziente con una capacità organizzativa, anche sul versante commerciale e di marketing, che dovrà delegare a terzi, cioè alle società capofila dei network virtuali.

La farmacia di domani sarà dunque diversa da come si presenta oggi ...

Credo che l’evoluzione del canale si giochi prima di tutto sul terreno della professionalità. Il concetto del farmacista come mero distributore di medicinali non è sufficiente a garantirgli il futuro: per fare la differenza sul mercato, deve passare dalla funzione di dispensatore del farmaco a quella di gestore, nel senso di essere in grado di porsi come consulente sulla salute del paziente a 360°.

Pensa alla cosiddetta farmacia dei servizi?

Sicuramente, in questo approccio, lo sviluppo dei servizi è centrale. Mi riferisco sia a quelli più banali, come le prenotazioni di prestazioni, sia a quelli più complessi, collegati a screening di prevenzione primaria, per continuare con la telemedicina e arrivare alla gestione della cronicità, il vero tema del futuro. Su quest’ultima questione, con il prossimo anno, intendiamo interfacciarci con Governo e Regioni per definire il ruolo che la farmacia può svolgere in questo ambito, ovviamente in accordo con gli specialisti di medicina generale.

Cosa intende per gestione della cronicità?

Siamo certi di poter dare un contributo in questo ambito, per esempio in termini di controllo della spesa farmaceutica, perché quella convenzionata che passa attraverso le farmacie è sotto controllo, con report puntuali, precisi e disponibili in tempo reale.

Un altro argomento che porteremo avanti con le istituzioni sarà quello della nuova remunerazione, in primis quella attinente i nuovi servizi proposti in farmacia, di cui il Ssn Servizio sanitario nazionale potrebbe, in qualche forma, farsi carico.

Un’ultima tematica da mettere sul tavolo riguarderà la nuova Convenzione Nazionale, vale a dire l’accordo che stabilisce i rapporti fra Ssn e farmacie, attualmente in regime di prorogatio. Al momento il Governo ha avuto altre questioni più urgenti all’ordine del giorno, a partire dal finanziamento del sistema farmaceutico ospedaliero, di fatto il vero problema, in termini di governance, nel mondo della sanità.

Ma convinti come siamo che la farmacia sia utile ai cittadini, pensiamo con altrettanta convinzione che ogni governo, attento alle esigenze della popolazione, non possa che approcciarsi al mondo della farmacia con spirito di collaborazione.

 

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