Retail farmaceutico: arrivano le catene di farmacie e aumenta la competizione fra canali

Nel prossimo futuro fino al 45% delle farmacie indipendenti sarà aggregata e, in due anni, il 20% farà parte di catene di proprietà. Per un cambio radicale dello scenario

Focus sull’evoluzione del mondo distributivo del settore farmaceutico (farmacie, parafarmacie, e Gdo). E soprattutto, sul cambio di passo imposto alle farmacie dopo l’approvazione del Ddl concorrenza. Questi i temi al centro del recente convegno “Logica del paziente e logica del profitto. Le società di capitali in farmacia” organizzato nei giorni scorsi presso la sede di Tecniche Nuove. Perché indubbiamente, dei 3 canali retail, è senz’altro la farmacia quella che sarà più coinvolta dai cambiamenti in atto.

Già oggi, sempre più farmacisti si stanno accorpando in catene virtuali (network di professionisti che si uniscono pur mantenendo ciascuno la propria indipendenza gestionale). A tendere, secondo la società Iqvia, ben il 40-45% delle farmacie sarà soggetto ad una qualche formula di aggregazione. Non solo: nell’arco di un paio d’anni si stima che il 20% delle farmacie indipendenti sarà acquisito da catene reali (cioè di proprietà). Fra gli acquirenti, si contano: la distribuzione intermedia del farmaco, fondi d’investimento, banche, player della grande distribuzione.

Va da sé che il mercato del retailing farmaceutico sarà sempre pià vivace in termini di concorrenza fra canali. Con le catene di farmacie che dovranno attivare nuovi e più incisivi strumenti di comunicazione e di marketing, per stare al passo con i competitor, rappresentati da Gdo, parafarmacia, ma anche da operatori come i drgstore ed il mondo dell’ecommerce. I network di farmacie dovranno lavorare, in primo luogo, sulla riconoscibilità dell’insegna, attraverso un’immagine ed una comunicazione comune a tutta la rete.

Conferma Giorgio Cenciarelli, direttore supplier services di Iqvia:

Le farmacie in catene devono essere identificabili, avere un lay out preciso, un assortimento sviluppato tramite attività di category, un pacchetto di servizi standard chiaro”. E andranno intensificandosi anche le operazioni promozionali: dall’ampliamento delle gamme a private label (per marginare di più e vendere a prezzi più appealing) sino alla diffusione dei programmi di fidelity. Non ultimo, le catene dovranno adeguarsi alla concorrenza anche sul fronte della digitalizzazione. Chiosa Cenciarelli: “Si renderà necessaria l’introduzione di un sistema di business intelligence centralizzato e di un software univoco per ciascun network. Tutte azioni per le quali sarà richiesta una forte delega gestionale del farmacista.

Venendo ai dati del mercato farmaceutico commerciale, il segmento ha chiuso il 2017 con un fatturato di 11,4 miliardi di euro (+1,3% sul 2016). Le farmacie (18.447 pdv circa) realizzano un giro d’affari medio di 537 milioni di euro. Le 4.251 parafarmacie censite fatturano mediamente 177 milioni di euro, e i circa 400 corner della Gdo realizzano 1,7 milioni di euro.  La quota di mercato delle farmacie è pari all’87%, mentre sia Gdo sia parafarmacie si attestano su una market share del 6% circa.

Quanto all’andamento per tipologie di prodotto, il retail alimentare sta performando particolarmente bene nel nutrizionale, dove fa il 29,1% del mercato, e nell’igiene e bellezza, rappresentando l’11% del totale. Mentre parafarmaco e Otc restano stabilmente in mano al canale farmacia, che copre oltre il 90% del mercato.

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