Secondo Coop Italia, che oggi ha presentato il Rapporto consumi e distribuzione 2015 per voce del suo presidente Marco Pedroni (foto), di Stefano Bassi, presidente Ancc, ed Enrico Migliavacca, vice presidente vicario Ancc, l'Italia sta uscendo dalla recessione: lo si dedurrebbe dalla ripresa lenta e anomala, "ma pur sempre ripresa" aggiunge e precisa Albino Russo, responsabile Ufficio studi e ricerche di Ancc-Coop. Certo se per "recessione finita" si intende che il malato è tornato a camminare, allora prima che riprenda il passo spedito non dico del giovincello ma dell'uomo normale che non si ferma ad anfanare dopo il primo scalino, campa cavallo. Ma Coop è ottimista. Anche se non nega che la recessione sia costata "lacrime e sangue" alle famiglie italiane che hanno lasciato sul piatto dal 2007 a oggi 122 miliardi di euro: 47 miliardi di minori risparmi e ben 75 miliardi sotto forma di riduzione consumi.
Migliora il sentiment
Più che il Pil, che ha registato un'esile variazione positiva in apertura 2015 (per fine anno la nostra economia dovrebbe mettere a segno una crescita modesta, +0,7%), a cambiare è il sentiment degli italiani. Anche se i più felici sono nel Nord Europa (e chi lo avrebbe detto? A tal punto l'Italia è scesa per la scala della depressione), tuttavia gli italiani, al pari di tedeschi e francesi e prima degli spagnoli (che peraltro hanno l’economia più in crescita), sono soddisfatti della propria qualità della vita: il 52% delle persone (era il 41% appena un anno fa) considera invariata o addirittura migliorata la propria situazione.
Italia, paese "bipolare"
L'Italia resta però un paese "bipolare e schizofrenico": con il Sud sempre più sud (Trento e Calabria distano più di 1.000 euro in termini di differenza nella spesa mensile), allargamento della forbice generazionale (gli under 35 spendono 100 euro al mese in meno degli over 65) e precarietà inarrestabile del lavoro, soprattutto quello regolare e fisso: una certezza solo per il 36% degli italiani al Sud. Al Nord siamo al 68%...
Italiano sempre più connesso
Sempre più connessi a Internet (oltre 6 ore giornaliere tra pc e smartphone) gli italiani vivono in un paese vecchio e stanco, ma con 12.000 palestre (il record in Europa), oscillante tra "opposti furori": da una parte il menefreghismo civico di cui l'evasione fiscale (oltre 200 milioni di euro all'anno) è la faccia più conosciuta, dall'altra il senso di altruismo e responsabilità sociale che si traduce in 7 milioni di cittadini che prestano il proprio tempo gratuitamente in attività di volontariato.
Un'Italia bipolare anche nei comportamenti di consumo: anche se consumiamo la stessa quantità di cibo degli anni Settanta (2,8 chilogrammi al giorno), andiamo pazzi per il bio (+ 20% all’anno) e ci orientiamo sempre più verso il “cibo della rinuncia”: vegetariano (10% della popolazione), vegano (il 2%) ma anche fruttariano, crudista, reducetariano. "A guardare i carrelli spicca la propensione per i consumi etnici + 18% nell’ultimo anno -aggiunge Marco Pedroni, presidente di Coop Italia - l’internazionalizzazione del gusto, Expo o non Expo, ha fatto centro nel nostro Paese".
Patiti per il benessere
Siamo i più magri d’Europa e tra i più longevi, ma anche i più stressati, e quelli che fanno meno sesso nel mondo: sempre meno figli (il minimo storico toccato nel 2014 con appena 509.000 nascite) e sempre più divorzi. Solo il 21% degli italiani fuma, ma in compenso cresce il numero di chi fuma cannabis (e Coop tace dei giovanissimi inghiottitori di pasticche psicotrope spesso letali: un piccolo esercito in crescita).
L'opzione ecommerce piace sempre di più
L'e-commerce sta diventando il mercato più promettente: il fatturato nel 2014 ha superato i 14 miliardi di euro e chiuderà il 2015 intorno a 17,5 miliardi. Il fenomeno riguarda anche l'alimentare che oggi rappresenta solo l'1% degli acquisti on-line. Siamo ancora lontani dalle incidenze a due cifre di mercati come la Gran Bretagna (10% degli acquisti food in rete), ma in Italia a condizionare di più il mercato è la debolezza dell’offerta, non la domanda: oltre il 70% della popolazione considera l'e-commerce un canale alternativo con dignità pari a quello tradizionale, e già oggi 4 milioni di italiani acquistano prodotti alimentari on-line (erano 3,5 nel 2014).
Ad affascinare gli italiani sono poi le nuove frontiere della tecnologia digitale, il web 3.0: il robot domestico è già realtà per il 17% dei nostri connazionali (primi in Europa), il 34% dichiara di essere pronto a viaggiare in tutta tranquillità su un auto a guida autonoma e a riprova della moda digitale nei primi sei mesi dell’anno in Italia sono stati venduti 72.000 dispositivi “wearable”.