“Aspettiamo il rientro della premier Meloni per la firma del protocollo. Per quanto ci riguarda, siamo pronti a partire”. Così Francesco Avanzini, direttore generale di Conad, raggiunto a margine del Marketing & Retail Summit che si è svolto a Milano lo scorso mercoledì 13 settembre.
Un pensiero condiviso da quasi tutti gli operatori della distribuzione presenti all’appuntamento organizzato da New Business Media. “Le risposte tardive e vaghe del mondo industriale hanno rallentato la messa a punto del documento, ma sono fiducioso sulla possibilità di partire in tempo (il 1° ottobre prossimo per un trimestre, ndr) -, aggiunge Avanzini -. Non vedo tra i produttori grande preoccupazione tra i produttori, ma chi come noi tasta quotidianamente il polso dei consumatori non può sottovalutare la situazione, che si va sempre più aggravando sebbene il tasso di crescita dei prezzi al consumo sia oggi inferiore rispetto a qualche tempo fa”.
Rafforzamento in vista per Bassi e Fissi
Come sarà realizzata in concreto l’iniziativa? Per Conad il punto di partenza è la campagna Bassi e Fissi che conta su un migliaio di referenze. “Contiamo di rafforzare i prodotti a prezzi calmierati, ma potremo farlo solo dopo aver letto il protocollo vergato dal Governo”. Avanzini racconta che non si tratterà di decisioni necessariamente destinate immutabili nel corso del trimestre. “Se l’inflazione rallenterà il passo, potremo abbassare ulteriormente i prezzi”, aggiunge. “Inoltre occorre considerare che vi è una continua evoluzione dei gusti da parte dei consumatori, per cui anche nella definizione dei prodotti a prezzo calmierato occorrerà tenere conto dei cambiamenti in atto”. Quindi avverte: “Metteremo a punto una campagna di comunicazione per offrire informazioni trasparenti e approfondite che possano aiutare i consumatori nella scelta
Tra iniziative spot e strutturali
“Penso che tutti gli operatori della distribuzione aderiranno al protocollo”, è il pensiero di Maura Latini, presidente di Coop Italia -. Crediamo che la questione dell’inflazione elevata sia un problema serio per le famiglie italiane e quindi va affrontato con la dovuta serietà. La grande industria ha dato disponibilità a partecipare a questo sforzo, nel tempo vedremo in che misura lo farà. Il nostro rapporto annuale indica che ci sono 27 milioni di italiani che non riescono a mantenere il tenore di prima: siamo in presenza di una vera e propria emergenza”.
Una situazione che spinge Latini ad appellarsi al legislatore. “Misure spot come il protocollo trimestrale hanno inevitabilmente un impatto limitato nel tempo. Dunque vanno affiancate da misure strutturali su questioni complesse come il costo del lavoro e il rilancio dei consumi”, aggiunge Latini.
Lidl: appello all’industria per uno sforzo condiviso
“In un recente incontro che abbiamo avuto come Federdistribuzione con il ministro Urso abbiamo fatto presente di aver sempre fatto la nostra parte e abbiamo assicurato che lo faremo ancora”. Così Massimiliano Silvestri, presidente di Lidl Italia, che ha fatto riferimento in particolare all’esperienza della Carta Solidale, con la quale abbiamo messo sul piatto il 15% del valore nominale, 2 milioni di euro solo nell’arco di due mesi per quanto ci riguarda. Per Silvestri, con l’arrivo del protocollo non c’è da attendersi un vero e proprio cambio di rotta, quanto piuttosto un rafforzamento “delle iniziative che già adottiamo da tempo. Da luglio, inoltre, abbiamo lanciato una campagna di comunicazione ad hoc, sulla quale insisteremo”.
Selex: ci aspettano momenti difficili
Per Maniele Tasca, direttore generale di Selex, “occorre essere consapevoli che la fase più difficile è quella che abbiamo davanti. Questo richiede uno sforzo condiviso, nella consapevolezza che trovare convergenze non è facile, soprattutto in relazione ai prodotti dell’industria. Le campagne promozionali hanno via via perso vigore; occorre un nuovo equilibrio negli assortimenti. Serve una maggiore presa di responsabilità rispetto al fatto che i clienti sono patrimonio di tutti e non solo di chi fa lo scontrino”.
Il punto di vista di Carrefour Italia
Per Christophe Rabatel, Ceo di Carrefour Italia: "Dobbiamo tutelare al meglio il potere di acquisto dei nostri clienti, ma non possiamo farlo da soli. I nostri fornitori devono capire il bisogno finale dei clienti".
Crai: sostenere il consumatore, ma anche i dipendenti
Giangiacomo Ibba, Ad di Crai Secom, ha messo l’accento su un aspetto più sociale da considerare rispetto all’implementazione del Protocollo: “Rappresento un’azienda che conta 20.000 persone e la situazione attuale è un problema. Quando faccio la spesa e vedo l’impatto sui prezzi mi domando come si possa fare in questa situazione. Tutti dobbiamo fare qualcosa e sono assolutamente d’accordo su come si sta muovendo Federdistribuzione insistendo in tutti modi affinché la componente industriale sia parte del tavolo di discussione. Per noi è un traguardo essere stati riconosciuti dal governo come soggetto sociale importante “