Processi decisionali e resilienza: l’eterogeneità dei profili imprenditoriali

Resilienza_Corona Economy
Ottimismo, autostima, capacità di esplorare nuovi contesti: i caratteri manageriali dominanti, in grado di delineare scelte strategiche vincenti

Negli ultimi anni il sistema economico globale è stato sconvolto da una serie di shock senza precedenti, iniziando dalla pandemia di covid 19 che ha colpito il mondo intero a partire dal 2020. Altri eventi, come le tensioni commerciali tra le grandi economie mondiali, le conseguenze del cambiamento climatico, i problemi nel settore dell'energia, le crisi politiche in diversi Paesi e l'aumento delle disuguaglianze sociali, stanno continuando a influenzare l'economia mondiale in modo significativo. Tutto ciò ha acuito un ambiente già incerto e imprevedibile per gli investitori, le imprese e i lavoratori di tutto il mondo, costringendo molti a ripensare il modo in cui gestiscono i propri affari e a cercare di adattarsi a un nuovo contesto in continuo e veloce mutamento.

Nel definire e sfruttare nuove opportunità economiche, ma anche nel rispondere in maniera resiliente a ambienti economici incerti e turbolenti, il processo decisionale dell’imprenditore ha un ruolo importante. Come gli imprenditori prendono decisione è in funzione di caratteristiche personali, emozionali ed esperienziali, di natura positiva e negativa, in grado di influenzare l’azione imprenditoriale stessa, in particolare nelle piccole e medie imprese (Pmi). In presenza di scenari turbolenti, la capacità degli imprenditori di prendere decisioni in maniera coerente è un processo complesso che segue tanto le esigenze e le aspettative del decisore quanto la percezione e valutazione degli scenari possibili del decisore stesso.

Poiché gli imprenditori sono eterogenei nei loro processi decisionali, ancora oggi si conosce molto poco circa i caratteri individuali e i profili cognitivi che guidano decisioni e reazioni imprenditoriali in grado di definire una strategia di business resiliente. A tal proposito, un recente studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università degli Studi di Trento in collaborazione con ricercatori della Toulouse Business School in Francia ha identificato quattro profili imprenditoriali resilienti.
Nello specifico, attraverso un campione di startup digitali italiane, lo studio esplora i fattori in grado di guidare reazioni imprenditoriali resilienti durante la crisi covid. La ricerca ha cercato di comprendere otto specifici fattori relativi ai processi decisionali sottostanti le scelte strategiche degli imprenditori intervistati. Tali fattori si riferiscono a: percezione del rischio, valutazione delle opportunità e sfruttamento delle opportunità, per valutare caratteri cognitivi imprenditoriali; logica imprenditoriale di effettualità rispetto a ragionamento causale, e ottimismo come controlli relativi all’atteggiamento imprenditoriale; locus di controllo e l'autostima come controlli in merito alla fiducia degli imprenditori nei loro risultati futuri e nelle loro capacità.

I risultati mostrano dei caratteri imprenditoriali dominanti in grado di guidare scelte strategiche resilienti. Tali caratteri sono ottimismo, autostima e la capacità di esplorare nuove opportunità caratterizzate da incertezza. Tuttavia, nonostante questi caratteri risultino importanti nella ricerca, non si evidenzia un solo profilo imprenditoriale in grado di definire scelte strategiche resilienti bensì quattro tipologie di profili decisionali resilienti: il Prudente; l’Organizzato; il Flessibile; e il Bilanciato.

Il primo profilo, chiamato Prudente è caratterizzato da un’elevata percezione del rischio che porta a una logica di causalità dominante. Pertanto, tale profilo segue un'analisi specifica e una strategia pianificata per operare al fine di fronteggiare condizioni di incertezza elevata.
Il secondo profilo identificato è definito come l’Organizzato. In questo caso la percezione del rischio non influenza l'esito della decisione ma è la forte logica causale che lo porta a definite strategie aziendali pianificate. Tale profilo presenta anche una forte capacità di sfruttare le opportunità, ma solo se portano a lievi cambiamenti al piano strategico essendo caratterizzato anche da forte locus di controllo.
Il terzo profilo imprenditoriale identificato dal lavoro, il Flessibile, mostra un’alta percezione dell’incertezza, ma segue una logica di effettualità. Pertanto, l'imprenditore adotta una strategia non predittiva, definendo perciò la strategia con ciò che può essere fatto con gli strumenti disponibili e i risultati desiderati. In questo caso, le peculiarità di questo imprenditore sono la sua elevata percezione del rischio e la logica di effettualità. Nell’ultimo profilo, il Bilanciato, nessuna delle due logiche imprenditoriali prevale, poiché non adotta una singola logica imprenditoriale, causalità o effettualità, ma ne utilizza entrambe a seconda della situazione mostrando una bassa percezione del rischio.

Nonostante si possa pensare che siano certi caratteri imprenditoriali a definire la capacità di progettare e seguire strategie resilienti in mercati incerti, la ricerca suggerisce che gli imprenditori possano adattare le loro strategie di resilienza in coerenza con le proprie caratteristiche individuali, tra cui l'ottimismo, la fiducia in sé stessi, la valutazione delle opportunità e la percezione del rischio. Emerge quindi il nesso tra cognizione individuale e logica imprenditoriale e strategica. Gli imprenditori con diverse configurazioni cognitive adottano diverse logiche (causalità vs effettualità) e strategie pianificate per operare in un contesto incerto. Questo dimostra che non esiste un unico approccio vincente per affrontare situazioni di shock e incertezza. La consapevolezza delle proprie caratteristiche individuali può aiutare gli imprenditori a sviluppare una roadmap per la gestione degli shock e guidarli verso risultati più resilienti.

* dipartimento di economia e management, Università degli Studi di Trento
* dipartimento di economia e management e School of Innovation, Università degli Studi di Trento

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