Da molti anni l’immobiliare in senso lato è al centro delle strategie e delle azioni finalizzate alla sostenibilità ambientale, coinvolgendo sia il patrimonio esistente sia i nuovi sviluppi. Circa il 75% dei 1.200 centri commerciali in Italia è stato aperto tra il 1988 e il 2007. Meno del 20% è stato aperto dopo il 2008. Quindi, il tema della riqualificazione energetica dello stock esistente non è una novità per l’industria dei centri commerciali. In occasione della predisposizione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) è stato riproposto il ruolo attivo e centrale degli shopping centre, che sono micro-città, macchine fondamentali e complesse che contribuiscono a un piano di rilancio economico e ambientale basato sulla sostenibilità nelle sue plurime declinazioni. "Ci sono molti elementi interessanti per il nostro comparto -precisa Roberto Zoia, presidente Cncc- innanzitutto il tema green: da molti anni i centri commerciali, soprattutto i più grandi, si stanno muovendo su queste tematiche, in particolare sull’efficientamento energetico. Poi ci sono 22 miliardi circa del Recovery Fund destinati alla sanità e uno dei leit motiv del Pnrr è l’assistenza sanitaria di prossimità su cui da diverso tempo stiamo puntando con le smart clinic. Senza dimenticare gli hub vaccinali gratuiti: oggi ne abbiamo 20 già funzionanti. Nei centri commerciali la sanità privata è molto presente, spero che un domani anche la sanità pubblica capisca l’importanza del nostro ruolo di prossimità e servizio alle comunità".
Mentre sulla sanità di prossimità l'industria dei centri commerciali ha accelerato negli ultimi cinque anni, già da molto prima si era mossa sui binari della riqualificazione energetica. Un altro filone ancora giovane, ma promettente è la mobilità sostenibile: il comune denominatore è la riduzione delle emissioni nell'atmosfera. "Oramai le colonnine per la ricarica delle auto elettriche sono presenti e gratuite in numerosi centri -aggiunge Zoia- e se l'auto elettrica prenderà sempre più piede noi saremo pronti. Insomma, siamo interessati a tutti i 6 obiettivi del Pnrr: digitalizzazione, inclusione, mobilità sostenibile, salute, semplificazione, transizione ecologica".
Com'è complicato semplificare
A proposito di semplificazione, si tratta di uno dei temi più delicati per i centri commerciali e si gioca almeno su due livelli: semplificazione burocratica per interventi interni del mix e del lay out (“per esempio, se bisogna chiudere e ristrutturare tre negozi per convertirli in una clinica, non si dovrebbero perdere giorni per ottenere un permesso”); e sburocratizzazione sulle vendite straordinarie per intervenire, innanzitutto, sulla disparità tra commercio on e off line: “Per i saldi, se si gestiscono 100 negozi ma in Comuni diversi, andranno presentate 100 distinte comunicazioni, mentre per l’e-commerce è sufficiente un clic”.
Inclusione
È uno degli ambiti più importanti nei bilanci di sostenibilità. Ma è anche, secondo Roberto Zoia, uno dei più difficili da misurare. “I centri commerciali sono all’avanguardia da tempo in questo ambito: già oggi la quota rosa è al 60% degli addetti totali. Sempre riguardo all’inclusione, un’altra voce importante è quella dei servizi per i portatori di disabilità, a partire dai parcheggi e dall’eliminazione delle barriere, per arrivare in tempi più recenti ai percorsi dedicati ai clienti non vedenti. Non dimentichiamo inoltre che i centri commerciali spesso sono dei presidi di legalità: si trovano in aree periferiche e a volte difficili del Paese, che vengono riqualificate grazie ad importanti investimenti e creando posti di lavoro per le comunità limitrofe, andando così a rafforzare il nostro contributo per l’inclusione sociale”.
“Lavoriamo ad 8 dei 17 obiettivi fissati dalle Nazioni Unite. Il lavoro della Commissione era partito da 4 obiettivi, siamo poi arrivati a 8. Tra le varie ‘anime’ del Cncc, sono le properties come Klépierre, Igd, Carmila, Eurocommercial il motore dell’iniziativa, realtà già abituate a lavorare sulla sostenibilità applicata al loro patrimonio immobiliare, ponendosi l’obiettivo, tramite l’Associazione, di diffondere una maggiore sensibilità su queste tematiche anche tra agli altri associati”.
“Concepiamo la sostenibilità in modo ampio e allargato: da quella ambientale (con il riciclo delle acque piovane e interventi di energia rinnovabile) ma anche dal punto di vista sociale con politiche di coinvolgimento territoriale. Infatti, nei budget annuali di marketing somme importanti vengono allocate su iniziative di varia natura per il territorio: ecco perché gli enti locali ci sostengono, perché vedono il nostro impegno e ci frequentano, oltre a condividere con noi determinate preoccupazioni come la chiusura di attività, spesso a conduzione familiare: come abbiamo ripetuto spesso in questi mesi, se i punti vendita non possono lavorare 7 giorni su 7, il rischio è che non sopravvivano, con conseguente perdita di posti di lavoro”.
Individuazione dei Kpi
“Il prossimo passaggio -prosegue Zoia- è individuare entro fine 2021 i Kpi: il Manifesto è un’enunciazione di principi, poi bisogna misurarli. Alcuni indicatori non presentano grandi difficoltà: penso alle minori emissioni di CO2; al riciclo di acqua piovana, al riscaldamento, alla ventilazione, al relamping; al consumo e alla produzione. Per altri bisogna individuare gli strumenti. Il nostro obiettivo è arrivare a primavera 2022 con l’approvazione del bilancio finanziario dell’Associazione e, contestualmente, anche del Bilancio di sostenibilità, in modo che già dal 2023 si possa ulteriormente migliorare. La sostenibilità non è un valore assoluto ma una ricerca continua di ottimizzazione. Il dubbio di qualche socio è ‘se parliamo di ambiente, di efficientamento energetico, servono investimenti’; questo è vero, ma ci può essere un approccio graduale, oltre a considerare il fatto che in molti casi può bastare una correzione nell’approccio gestionale”.
Gli indicatori più complessi
Per Zoia e per gli esperti della Commissione specifica creata in seno al Cncc (Commissione Esg, presidente Francesco Soldi di Igd, che ha creato il Manifesto) sono soprattutto due: inclusione e città e comunità sostenibili. Soprattutto nel primo caso si entra in un terreno molto difficile nel quale è complicato capire ciò che si può misurare e comunicare e quello che è piuttosto complicato da quantificare. “Possiamo, ad esempio, definire lo spaccato sociale di un centro, suddividerlo per età. Si può tenere traccia di quanto personale femminile o giovane c’è, ma è più complicato quantificare nel dettaglio il personale per provenienza o nazionalità”.
Un’altra difficoltà è capire quale sarà il livello di condivisione dei dati tra tenant e proprietà. “Non mi aspetto totale apertura e disponibilità su tutto -aggiunge Zoia-, spero però che i nostri tenant possano impegnarsi soprattutto su tematiche particolarmente sensibili in cui possiamo dare un contributo facendo la nostra parte (per esempio evitando la vendita di prodotti frutto di lavoro minorile). D’altronde la collaborazione dei tenant è imprescindibile: in un centro commerciale gli addetti diretti possono essere 3 a fronte degli oltre 300 impiegati nei negozi. E saranno proprio questi ultimi che dovranno essere particolarmente motivati e coinvolti”.
GLI 8 SDG ONU SU CUI LAVORA IL CNCC
Il Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali) presenta, per la prima volta, il Manifesto per la Sostenibilità. Scopo dell'iniziativa: raggiungere 8 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals-SDGs) definiti dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Nello specifico, si tratta degli obiettivi (3) salute e benessere, (5) uguaglianza di genere, (7 e 13) lotta contro il cambiamento climatico, (8) garanzia di un lavoro dignitoso e crescita economica, (11) città e comunità sostenibili, (12) consumo e produzione responsabili e (17) partnership per gli obiettivi.
Un vero e proprio programma di crescita etico-valoriale per l’Associazione che, con il contributo della Commissione interna Environmental, Social & Governance (ESG), ha individuato e raccolto in un documento gli obiettivi di sviluppo sostenibile che aspira a raggiungere e che verranno tradotti in azioni concrete dalle principali società membre che hanno già confermato di voler aderire all’iniziativa.
Cncc affiderà a una società esterna e indipendente il compito di valutare, anno dopo anno, le attività svolte dai soci aderenti al sistema di valutazione del Manifesto per la Sostenibilità e premierà sforzi e miglioramenti ottenuti dando evidenza pubblica all’iniziativa e ai propri associati.
Cncc è impegnato da diversi anni nella definizione di strategie e azioni sempre più orientate alla responsabilità sociale e ambientale. Più recentemente sta promuovendo assieme ai propri soci, spazi da adibire a poli vaccinali all’interno delle 1.200 strutture presenti su tutto il territorio nazionale. Cncc si è già confrontato con la struttura di supporto commissariale e proseguirà anche con le Regioni per poter seguire un iter di gestione territoriale con le autorità sanitarie locali.
“Con il Manifesto per la Sostenibilità vogliamo rendere chiara la nostra posizione all’interno del dibattito sullo sviluppo sostenibile e contribuire al raggiungimento dei Sustainable Development Goals identificati dalle Nazioni Unite -commenta Roberto Zoia, presidente del Cncc-. Nel definire il documento siamo partiti dalla consapevolezza dell’importanza che le nostre strutture hanno sui territori nei quali operano e abbiamo individuato una serie di attività e azioni a cui i nostri soci possono scegliere di aderire per contribuire con il proprio impegno al costante miglioramento, in termini di sostenibilità sociale e ambientale, del settore dei Centri Commerciali. Questa importante iniziativa è solo la prima tappa di un percorso etico-valoriale che ci vedrà impegnati nei prossimi anni e in cui crediamo fortemente”.