Più tensioni internazionali e meno ambientalismo: la foto del 2025 del rapporto Coop

Immagine generata da intelligenza artificiale di Copilot
Rapporto Coop: italiani più preoccupati dalla situazione internazionale e dalla crescita delle diseguaglianze. La richiesta per l’esecutivo: tagli le tasse

Economia, stili di vita e consumi degli italiani si evolvono in una situazione che muta, non solo a casa nostra ma nel mondo intero. I 690 intervistati online (cawi) sul sito italiani.coop hanno detto la loro su come sarà il 2025 dal punto di vista del commercio e dei rapporti internazionali di Italia e Ue, e di quale dovrebbe essere la nostra postura nei confronti dei due giganti di Usa e Cina.

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Più difficoltà nell’interscambio

Aumento delle difficoltà negli scambi internazionali, il 75% degli intervistati vede questa tendenza aumentare rispetto all’anno scorso. Nonostante il cessate al fuoco in Libano e nella Striscia di Gaza e le voci che vorrebbero Trump portare la tavolo dei negoziati Russia e Ucraina, i dazi del presidente americano ostacoleranno gli accordi commerciali trans-frontalieri, sostiene il campione.

La crescita delle diseguaglianze è un tema che il 74% di coloro che hanno risposto al sondaggio ritiene sarà più presente rispetto all’anno scorso.

Guerre e conflitti saranno una realtà da prima notizia del tg in misura maggiore rispetto al 2024, crede il 51% dei rispondenti. Misurazione che trova riscontro anche in quanti credono che sarà meno centrale la salvaguardia della democrazia (pensa il 59%) e della stabilità geopolitica (per ben il 69%). Non poteva essere diversamente d’altronde in un mondo in cui cresce l’instabilità geopolitica.

Più preoccupati da dazi e guerre, meno dall’ambiente

Perderanno d’interesse invece i temi della salvaguardia dell’ambiente (crede il 39%, mentre il 42% pensa rimarrà invariata l’attenzione riguardo al tema).

La nuova mappa della geopolitica globale

Tra i Paesi e le istituzioni sovranazionali, crescerà il ruolo da protagonista degli Usa (crede il 55% degli intervistati) e della Cina (dice il 63%). In indebolimento il ruolo dell’Ue (è opinione del 61%). E noi europei faremmo bene a darci da fare per accrescere le relazioni con Washington (sostiene il 39%) e Pechino (37%).

Ue, un piano per il rilancio

E dove dovrebbe concentrarsi l’Ue per rilanciare il suo ruolo internazionale? Ebbene, il 48% sostiene che farebbe bene a concentrarsi di più su una maggiore integrazione tra i Paesi comunitari, il 45% è per il rafforzamento di una postura univoca, mentre il 42% crede che dovrebbe continuare a cercare di ridurre la sua dipendenza da fornitori di energia extra-comunitari.

E quale dovrebbe essere la risposta per se dazi dovessero essere? Il 60% dice che l’Ue dovrebbe rispondere con la stessa moneta, mentre il 17% crede che l’Europa dovrebbe imporre dazi indipendentemente che dal comportamento di Usa e Cina nei confronti delle merci comunitarie.

Italiani pessimisti sulla crescita di casa nostra

Non arriva esattamente quella che si direbbe una ventata di ottimismo guardando alla crescita di casa nostra. I dati dell’Istat già prevedono per il 2025 un magro 0,8% di crescita del pil nel 2025. Ebbene, il campione che ha risposto al sondaggio crede che non si andrà oltre un più limitato +0,5%. Anche lato spese, se l’Istat crede che quelle delle famiglie cresceranno dell1,2%, gli intervistati credono in una crescita limitata allo 0,7%.

Piazza chiama, Palazzo Chigi risponde

In questo quadro, quali richieste per il governo italiano? I più optano per un grande classico, con il 51% che mette in cima ai desiderata il taglio delle tasse. Seguono le richieste di migliorare la formazione scolastica e professionale, tema caro al 45%, e il contrasto alla precarietà (39%).

Fiducia artificiale

La diffusione dell’intelligenza artificiale avrà effetti positivi, crede un intervistato su tre (33%), con anche dei miglioramenti nella gestione della catena di fornitura (dice il 27%).

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