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Un mercato dinamico quello dei prodotti per bambini nel quale la specializzazione e l'innovazione di prodotto predominano sulle commodity. Anche in questo settore, internet caratterizza dinamismo e velocità evidenziando gli orientamenti delle consumatrici che, al di là dei consigli di nonne e pediatri, si servono della rete per individuare suggerimenti ed esprimere pareri e opinioni su prezzi e prodotti. La predisposizione delle mamme a essere always on ha conseguentemente orientato le imprese a utilizzare i siti web non più come vetrine ma come punti di contatto dove interagire con le consumatrici fornendo consigli. Nonostante la vitalità del target di riferimento, il numero delle nascite in Italia rallenta, probabilmente a causa della precarietà economica e dell'incertezza del futuro. Secondo i dati Istat, nel nostro Paese il 2013 chiude con un andamento negativo: una perdita del 4,3% versus 2012. Si stima, infatti, che l'anno appena trascorso si sia chiuso con 511.430 nascite ovvero 22.756 neonati in meno rispetto al 2012 (circa 60 bebè in meno al giorno).
Un record negativo (il più basso dal 1980 a oggi) che si affianca, invece, a una crescita della spesa complessiva a valore pari a +2,1% per un totale di poco al di sotto di 2 miliardi di euro ripartiti tra poco più di un miliardo per generi alimentari e circa 870 milioni per prodotti dedicati alla pulizia del bambino. I dati, provenienti da Panel Matercom by Marketing Management (fonte dei dati presenti in questo articolo), mettono in luce un cambiamento della composizione degli acquisti: gli italiani riducono la spesa dei baby food (probabilmente ricorrendo anche a brand meno costosi), aumentando quella di prodotti per la cura e l'igiene. Per quanto riguarda i volumi, l'acquisto di prodotti alimentari rappresenta l'80,6% del mercato, a fronte del 19,4% dei prodotti per la pulizia. Valori in diminuzione se paragonati al 2012 (food 83,7%; non-food 16,3%).
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