Piccole Imprese e sistema di rappresentanza

I processi di liberalizzazione e la crisi hanno messo in discussione il ruolo dei soggetti di rappresentanza, imponendo loro un rapido processo di cambiamento. In una società complessa e frammentata come la nostra i soggetti intermedi rappresentano un capitale sociale fondamentale per lo sviluppo.

Nel corso degli ultimi anni si è assistito a un profondo cambiamento nel rapporto tra le singole imprese e i loro soggetti di rappresentanza. Questo risulta tanto più vero per le piccole imprese e per il settore commerciale e del terziario.

Molteplici sono stati i fattori alla base di questa modificazione. Innanzitutto, i processi di liberalizzazione – che hanno caratterizzato in modo particolare il governo Monti – hanno finito per diminuire la funzione dei soggetti intermedi (quali sono le rappresentanze datoriali) come interfaccia tra gli interessi di una molteplicità di piccole imprese e le istituzioni, anche come conseguenza di una deriva culturale e politica volta a privilegiare un rapporto diretto con le imprese bypassando la mediazione di tali soggetti.

In secondo luogo la lunga e continuata crisi economica ha messo in discussione lo stesso ruolo di concertazione delle organizzazioni datoriali - determinando un contingentamento nei margini e nei tempi di trattativa con le istituzioni locali e/o nazionali - in una sfida sempre più complessa che chiedeva loro di ricomporre nel contempo richieste settoriali e tutela dell’interesse generale.

Senza contare che la trasformazione strutturale del sistema economico e produttivo e la consistente mortalità delle imprese degli ultimi anni – soprattutto di quelle di minori dimensioni – hanno finito per incidere sulla numerosità della loro base associativa (esistente e potenziale).

Infine, il maggior livello culturale degli imprenditori ha finito per favorire un ridimensionamento anche del rapporto “di tipo tecnico” con le associazioni, soprattutto laddove non ritenuto più adeguato alle esigenze delle imprese. Da un lato il perdurare delle difficoltà economiche ha così rappresentato un incentivo a comprimere i costi aziendali, e quindi anche quelli legati alle quota associative e ai servizi; dall’altro, tra gli imprenditori più giovani, sono emersi forti segnali di un deficit di domanda di rappresentanza (anche legato a una delusione sulla capacità di risposta all’attuale politica).

Una recente ricerca dell’Università di Milano sulle piccole imprese e il loro sistema di rappresentanza nel settore commerciale evidenzia alcuni aspetti di carattere generale che meritano di essere qui richiamati. Il primo riguarda il fatto che le imprese di minori dimensioni riconoscono come caratterizzanti la missione di un’organizzazione datoriale sia la dimensione di tutela degli interessi di categoria che quella di offerta di servizi: esse ritengono, però, che la seconda dimensione debba assumere una maggiore centralità nell’azione collettiva rispetto alla prima. Il secondo aspetto riguarda, invece, la natura dei servizi offerti, vale a dire meno servizi tradizionali, come contabilità e gestione del personale)(quasi sempre vero e proprio core business dell’attività di un’associazione), e maggiore sviluppo di strumenti di supporto e di tutoraggio più personalizzati che aiutino le imprese a operare nella nuova dimensione competitiva (es. reti di imprese).

Una sfida né facile, né semplice per il sistema di rappresentanza: occorre rivedere gli assetti organizzativi, ridimensionando servizi sempre più obsoleti e dotarsi di competenze e professionalità non sempre disponibili presso le strutture (senza dimenticare l’elevata differenziazione della base associativa che rende assai complessa un’articolazione univoca).

In conclusione: nel nuovo modello di crescita economico che il Paese sta ricercando per aprire un nuovo ciclo di sviluppo - come taluni sostengono - non ci sarà più spazio per il sistema di rappresentanza delle imprese e quindi per i soggetti intermedi? La mia risposta è no. I soggetti intermedi in una società complessa e frammentata come la nostra rappresentano un capitale sociale fondamentale per lo sviluppo economico e della società.

Quello che invece è finito per sempre è quel modo di interpretare il ruolo della rappresentanza che ha caratterizzato gli ultimi decenni, più di supplenza a un vuoto politico e di gestione del potere che non di servizio alle imprese.

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