Human Data Science, ovvero l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del machine learning applicati ai big data e mediati dalla human expertise, per trovare nuove soluzioni di governance nel campo sanitario e farmaceutico. È questo il tema di Pharmatrends 2020, l’annuale convegno realizzato da Iqvia: “L’healthcare è significativamente più indietro nello sviluppo del data science – ammette Carlo Salvioni, vice president Iqvia Italia –. Nell’adozione di AI e tecnologie di nuova generazione, siamo additittura la nona industry nazionale su tredici. Inoltre chi approccia questa nuova scienza si concentra prevalentemente sul data cleaning (80%) e non fa analisi per cogliere degli insight da cui trarre proposte innovative”.
Questo ritardo emerge anche dall’esame dei numeri: prendendo i dati aggregati delle 15 più importanti aziende farmaceutiche nel periodo 2013-2019, a fronte di un incremento delle vendite del 10% in 6 anni, le spese in ricerca e sviluppo sono aumentate del 33%. Mentre i ritorni sull’investimento in ricerca e sviluppo calano di oltre il 20%. Continua Savioni: “Ciò sta portando a ritardi nei clinical trials, con oltre l’80% delle compagnie che non raggiunge le tempistiche stabilite, per un ulteriore aggravio di costi”. La soluzione? Secondo Iqvia bisogna cominciare a ragionare in termini di ecosistema, ovvero serve un ambiente condiviso nel quale connettere tutte le componenti della filiera della sanità e della farmaceutica, dagli ospedali alle industrie: “Per crescere e trovare delle soluzioni che creino valore, dobbiamo far dialogare, attraverso piattaforme tecnologie integrate, i diversi compartimenti del mondo health, dal clinical al real world, dalla compliance al commercial: è un’esigenza tanto delle strutture pubbliche quanto delle private”.
Sviluppare la human data science vuol dire, prima di tutto, migliorare la vita delle persone. La conferma arriva, fra gli altri, da Francesca Dominici, co-direttrice della Data Science Initiative della Harvard University e keynote speaker dell’evento Iqvia: “Con le data platform, incorporando dati da fonti diverse, si possono raggiungere risultati molto importanti, come per esempio stabilire l’impatto dell’inquinamento sulla salute, cosa che abbiamo fatto prendendo come campione la popolazione degli Stati Uniti. Il risultato è stato un intervento concreto da parte delle istituzioni politiche per abbassare il livello di inquinamento delle città”. Ancora, il data science consente di misurare l’effetto di un farmaco, considerando l’ambiente e gli stili di vita.