Peste suina: Assica chiede aiuto al governo

Salumi, Assica chiama governo e chiede di azzerare l’iva per tamponare gli effetti della peste suina

“Chiediamo un intervento del governo sull'iva del settore salumi, azzerandola o almeno portandola dal 10 al 4 percento -dice Lorenzo Beretta, presidente di Assica-. Se si è potuta ridurre l'iva per sostenere l'ippica, con altrettanta ragionevolezza tale misura dovrebbe essere presa in considerazione anche per il settore salumi”. Così l’Associazione industriali delle carni e dei salumi incalza Palazzo Chigi perché venga in soccorso del settore messo alle corde dall’allargarsi della peste suina nel Nord Italia, dove è presente soprattutto in Lombardia (dove si alleva la metà dei suini nazionali) ma anche in Piemonte ed Emilia Romagna.

La peste suina in Italia

L’arrivo del morbo che passa con facilità dai cinghiali ai maiali è costato all’Italia oltre 50mila capi abbattuti (quando in un allevamento viene trovato un maiale malato, la legge impone l’eliminazione di tutti gli esemplari), un commissario straordinario per affrontare l’emergenza e 24 focolai accertati. Per gli animali abbattuti è previsto l’indennizzo ma ora come ora nessun compenso è stato messo in atto per chi subisce danni indiretti, come la produzione ferma. In Italia il settore dei salumi perde da gennaio 2022 ogni mese 20 milioni di euro di export: la peste suina ha indotto numerosi Paesi a bloccare l’import dall’Italia.

Assica chiede risorse straordinarie
Lorenzo Beretta, presidente di Assica

“Il settore sta affrontando una grossa sfida -continua il presidente di Assica-, che rischia di compromettere la tenuta economica delle aziende e un numero importante di posti di lavoro dell'intera filiera. Servono urgentemente risorse straordinarie per finanziare interventi strutturali e ristabilire le normali condizioni di mercato restituendo una sana competitività alle aziende”.

Peste suina: il nodo inflazione

Il diffondersi della peste suina ha innescato una spirale stringente che continua a spingere in alto i prezzi dei maiali nazionali e la situazione non accenna a migliorare, comunicano da Assica. “Le nostre aziende di salumi -spiega Beretta- hanno assorbito gli aumenti dei fattori di produzione finché hanno potuto per salvaguardare il più possibile il potere d'acquisto dei consumatori, ma ora con la materia prima a oltre il doppio di costo da più di 24 mesi e un’ulteriore previsione di aumento dei costi energetici per il prossimo inverno, non abbiamo potuto fare altro che rivedere i listini per cercare di resistere”. Anche l’andamento dei consumi di salumi registra una contrazione ormai da diversi mesi, sostenuta solo da una buona tenuta del valore.

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