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1. Marketing, mercati emergenti e sostenibilità sono i driver dell’innovazione
2. Un comparto vitale per l’economia nazionale
L’industria della macchine automatiche per il confezionamento dei beni di largo consumo è vitale per l’economia italiana. Pur fatturando complessivamente poco più di 3 miliardi e mezzo di euro, contribuisce (dati 2007) per quasi 3 miliardi di euro all’attivo della bilancia commerciale nazionale. In proporzione altri comparti ben più celebrati del made in Italy hanno, su questo indicatore, risultati decisamente inferiori. I primi sei mesi del 2008 erano stati oltremodo positivi, si era infatti registrata una crescita rispetto al 2007, anno più che soddisfacente, ma dallo scorso luglio le esportazioni hanno cominciato a diminuire e probabilmente il 2008 si chiuderà in linea con l’anno precedente. Non abbiamo ancora i consuntivi ma i dati congiunturali riferititi al terzo trimestre 2008 evidenziano un calo di fatturato, che, sebbene fisiologico in ogni terzo trimestre dell’anno, arriva in questo caso a -6,4% rispetto al medesimo periodo del 2007. L’indice relativo al portafoglio ordini dà l’idea del reale impatto dell’attuale crisi economica sul settore; per il terzo trimestre 2008 si intravede un decremento tendenziale del 16,6%. Il dato negativo riguarda soprattutto gli ordini dall’estero, mentre il mercato interno dà segnali più confortanti. L’indice relativo ai mesi di produzione garantita si attesta a 5,1, valore in linea con la media del periodo. Già prima dell’attuale crisi finanziaria si prevedeva, per il periodo 2008-2012, un rallentamento del ritmo medio di espansione del Pil mondiale rispetto al quinquennio precedente e un minor dinamismo del commercio internazionale. In questo momento c’è qualche motivo di preoccupazione anche per un settore tradizionalmente solido e ben strutturato come il nostro, notoriamente caratterizzato da un’elevatissima propensione all’export e da una grande diversificazione in termini di tipologia di utilizzatori e di paesi forniti. Un tavolo al lavoro Un comparto con queste caratteristiche teme una recessione che colpisca tutti i settori e che estenda i suoi effetti a livello planetario. Ucima si è pertanto attivata a supporto dei propri associati. È stato istituito un tavolo di lavoro che ha formulato diversi suggerimenti per stimolare provvedimenti a tutela delle aziende, tra questi spiccano la garanzia di afflusso di credito alle imprese, la garanzia di trasparenza dei costi bancari e dei rating, un generale rafforzamento degli strumenti di garanzia e l’assicurare la vicinanza delle banche al settore di riferimento. L’associazione chiederà al governo e alle autorità di politica monetaria (Banca Centrale Europea e Banca d’Italia) interventi e misure fiscali a sostegno degli investimenti e del rafforzamento patrimoniale delle imprese. Si adopererà inoltre per una più stretta collaborazione tra imprenditoria e sistema bancario.
*Direttore Ucima