In meno di cinque anni il native advertising sarà il sovrano del web e della pubblicità digitale europea. A dirlo è uno studio di Yahoo ed Enders Analysis, che prevede una crescita del comparto pari al 156% entro il 2020, arrivando a dominare con una quota del 52% l’intero display adv del continente.
Gli investimenti totali passeranno da 5,2 miliardi di euro nel 2015 a 13,2 miliardi nel periodo stimato, di cui 8,8 miliardi rappresentati dalla spesa destinata al mobile. I social network e i video in streaming assorbiranno poi rispettivamente 6,3 miliardi di euro e 2,4 miliardi di euro.
Il successo della pubblicità nativa è da ricondurre all’efficacia della formula stessa, che come svelano gli investimenti entra a sua volta in sinergia con fenomeni come l’aumento della fruizione via mobile e tramite i canali social, con particolare riferimento ai video. Si tratta infatti di una tecnica capace di catturare l’interesse degli utenti, contrastando parallelamente l’ad blocking, grazie all’integrazione di contenuto e messaggio pubblicitario all’interno del contesto editoriale in cui vengono collocati.
Il native advertising si distingue da altre soluzioni perché non invade e non interrompe l’esperienza del lettore, come fanno invece i banner, e perché prevede la dichiarazione esplicita dell’inserzionista. Nei post su Facebook o su Twitter, ad esempio, la sponsorizzazione non è occultata ma ammessa apertamente e secondo trasparenza.
La pubblicità nativa consente inoltre di dare vita, in collaborazione con gli editori, a contenuti di alto interesse che sono collegati al brand indirettamente ma con coerenza. Un esempio funzionante? L'iniziativa del marchio di alimenti per cani Purina, che ha sponsorizzato sul popolare sito Marshable un pezzo dal titolo 5 Heartwarming Stories That Prove Dog Is Man’s Best Friend (5 storie confortanti che provano come il cane sia il miglior amico dell’uomo). L’articolo con relativi video ha ottenuto oltre 25mila condivisioni grazie alla sua capacità di fare leva su emozioni e passioni del target, che non sarebbe stato possibile intercettare parlando semplicemente di cibo per animali.
Lo sviluppo del native advertising procede parallelamente a quello del video marketing e content marketing, due approcci che come già trattato rappresentano il futuro della comunicazione.