La comunicazione strategica: per una corrispondenza tra parole e azioni

Viviamo il passaggio dalla comunicazione efficace, egoriferita e legata al profitto (Io), alla comunicazione strategica, in grado di valorizzare le persone (Tu) e il pianeta (Contesto) (da Mark Up 321)

La comunicazione è uno strumento fondamentale per il successo di un’organizzazione che sia in grado di creare e mantenere una reputazione solida, di influenzare l’opinione pubblica e di raggiungere gli obiettivi aziendali. Si tratta di un ponte che connette l’organizzazione con il suo pubblico, fornendo informazioni, creando fiducia e consentendo una comunicazione bidirezionale. Ma il solo sforzo individuale non basta: occorre la collaborazione di più persone per una comunicazione che da conoscitiva diventi cooperativa. Occorre mettere in campo non più una comunicazione efficace, che ha l’obiettivo di comunicare gli interessi dell’Io (ovvero il mittente) e per questo indirizzata a non favorire la generazione di relazioni che durano nel tempo, bensì una comunicazione strategica, anti-bias, non istintiva e non egoriferita (cioè che non si focalizza solo sui dati che confermano la propria visione delle cose e, quindi, in grado di valorizzare sia l’Io sia l’interlocutore). Ne parliamo con Luca Brambilla, direttore dell’Accademia di Comunicazione Strategica, società specializzata in master one to one per Executive su comunicazione strategica e negoziazione, nonché direttore dell’Opp - Online professional program in comunicazione strategica e negoziazione: il Metodo O.D.I. presso il Polimi Graduate School of Management.

Che cos’è la comunicazione strategica?
Nel contesto odierno, caratterizzato da un continuo aumento della complessità, non è possibile raggiungere obiettivi sfidanti grazie al solo proprio sforzo: il successo, infatti, deriva dalla collaborazione di più persone in relazione tra loro.
La comunicazione strategica, vale a dire l’approccio scientifico alla comunicazione, studia le migliori strategie attraverso le quali potersi relazionare e prendere decisioni anti bias.

Osserva, domanda, intervieni, sono le tre azioni che contraddistinguono il Metodo O.D.I. Ci può spiegare in cosa consiste?
Il Metodo O.D.I. è il ponte che segna il passaggio dalla comunicazione efficace, istintiva, egoriferita e vittima di bias cognitivi, alla comunicazione strategica, in grado di valorizzare i tre elementi necessari per la genesi e il mantenimento di una relazione: Io, Tu e Contesto. O.D.I. è l’acronimo delle tre fasi che connotano il Metodo: in ordine cronologico Osserva, Domanda e Intervieni. Nella prima fase, Osserva, si studiano i tre elementi (Io, Tu, Contesto); nella seconda, Domanda, si verificano gli interessi del Tu e si esplora ulteriormente il Contesto; nell’ultima, Intervieni, si co-progetta una soluzione coerente con quanto osservato e verificato nei momenti precedenti.

Noi e gli altri: come si instaurano collaborazioni solide?
All’interno di una dinamica relazionale l’Io rappresenta i propri interessi, il Tu quelli dell’interlocutore, mentre il Contesto va suddiviso in soggettivo e oggettivo, laddove il primo afferisce alle persone e il secondo a tutti i vincoli giuridici, economici, spaziali e temporali che influenzano la relazione. Per costruire relazioni solide e durature bisogna tenere in considerazione tutti gli elementi sopra descritti: risulta quindi indispensabile imparare a comunicare e ascoltare, per condividere le proprie conoscenze e co-progettare valorizzando gli interessi di tutte le parti in campo.

Con la pandemia le persone si sono scoperte più fragili. Quanto questo status influisce sulla comunicazione? Da una comunicazione legata al profitto a una comunicazione per le persone?
La crisi pandemica ha evidenziato quanto le relazioni siano indispensabili nella vita di ciascun individuo, andando a condizionare pensieri, emozioni e azioni: l’obbligato cambio di paradigma ha fatto riscoprire la necessità, oltre il desiderio, di avere relazioni vere non solo in chiave utilitarista. Si è diffusa una maggiore consapevolezza, con una conseguente diffusione e valorizzazione della comunicazione strategica: solo ponendosi in relazione con l’altro si è in grado di soddisfare non solo i propri obiettivi, ma anche i bisogni più profondi. Ricordando le parole del sociologo Bauman, “il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione”.

Come comunicare in un mercato sempre più competitivo? La creatività influisce sulla capacità di saper proporre la propria visione?
La comunicazione strategica è lo strumento in grado di potenziare e valorizzare la creatività dei singoli attraverso il passaggio dal concetto di posizione, inteso come ciò che concretamente si desidera a livello istintivo, al concetto d’interesse, ovvero la motivazione celata dietro una richiesta. Oltre a un’esplorazione più approfondita della visione, la comunicazione strategica risulta essere per definizione sostenibile: le 3 P (Profitto, Persone, Pianeta) trovano un parallelismo in Io, Tu e Contesto. In questo senso, Metodo O.D.I. permette il passaggio dalla comunicazione efficace, egoriferita e legata al profitto (Io), alla comunicazione strategica, in grado di valorizzare le persone (Tu) e il pianeta (Contesto).

Com’è cambiato il linguaggio degli executive rispetto al passato?
Gli executive alla guida di realtà aziendali vengono sempre più coinvolti in momenti di incontro, sia pubblici sia privati. Proprio per questo sono nati i Master One to One, percorsi esclusivi, co-progettati in modo sartoriale, destinati alle figure apicali delle organizzazioni in modo che questi elementi entrino a far parte della cultura dell’impresa. Strutturati in cicli di incontri mai superiori a venti, nei Master One to One vengono insegnati i contenuti di maggiore eccellenza dell’Accademia. Il tutto, ovviamente, nella massima riservatezza.

Quali sono le complessità in tema di leadership che un’azienda deve affrontare?
I leader devono imparare a essere sempre più inclusivi per accogliere punti di vista tanto interni quanto esterni. Ciò non significa essere infinitamente gentili -la gentilezza può nascondere talvolta una comunicazione persuasiva e manipolatoria-, ma imparare a essere strategici, esplicitando gli interessi di tutte le parti in campo e co-progettando la miglior soluzione con gli stakeholder. La comunicazione strategica deve essere utilizzata come strumento in grado di declinare operativamente i valori enunciati, portando a una corrispondenza tra parole e azioni.

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