Confindustria Intellect guarda ai quattro anni passati con Saverio Addante come presidente e fa il punto su obiettivi raggiunti e sfide future che l’associazione dovrà affrontare una volta scaduto il suo secondo incarico alla guida della federazione. Confindustria Intellect, specie durante l’ultimo mandato di Addante, ha attraversato covid, inflazione e quattro cambi di governo. Sfide affrontate a fianco del mondo del retail.
L'identikit di Confindustria Intellect
Confindustria Intellect è composta da “tre associazioni -comincia Addante-: Assim, che si occupa di tutto il mondo della ricerca, Retail Institute, che invece ha a che fare con il mondo -appunto- del retail, e Una, che si occupa di promozione, comunicazione e pubbliche relazioni. Quindi tutto ciò che riguarda il pensiero, il concetto rientra nel perimento di Confindustria Intellect”. E non è poco, dato che “tutto questo è un mondo che vale 200 miliardi di euro del pil italiano”, precisa il presidente.
Confindustria Intellect e i traguardi tagliati
Dal punto di vista dei traguardi raggiunti, sono molti gli obiettivi centrati in termini di provvedimenti governativi ottenuti con il sollecito di Confindustria Intellect, ci tiene a precisare Addante: “Ogni dialogo avuto con il governo negli ultimi 4 anni ha portato a benefici alla ricerca, comunicazione e retailer. Vorrei citare il contributo ottenuto nel post-pandemia riguardante il contributo sull’energia”. La federazione durante il periodo pandemico si è posta come meccanismo di pressione sui vari governi che si sono avvicendati a Roma, riuscendo a ottenere diversi obiettivi: dalla sospensione dei termini di versamento per ritenute, contributi previdenziali, premi assicurativi, iva e altri tributi allo stralcio del primo acconto dell’Irap del 2020. E poi il credito di imposta sui canoni di locazione commerciale, il sostegno alle imprese con contrazioni di fatturato, le moratorie sui mutui e i finanziamenti garantiti, il sostegno all’occupazione. “Con Intellect siamo riusciti a ottenere un’infinità di provvedimenti da parte del governo- dice Addante-: in primis in convincimento che fosse possibile finanziare anche attraverso i sistemi di industria 4.0 la creatività delle imprese, con il fondo Imprese creative: questo è stato il maggior successo di Intellect”. E poi ancora il rafforzamento del credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, il contributo a fondo perduto per l’innovazione digitale, economia circolare e sostenibile e il sostegno alle imprese per far fronte al caro gas ed energia.
Confindustria Intellect guarda a domani
Ma alzando lo sguardo all’orizzonte e parlando di obiettivi futuri, in primis la volontà “di continuare ad aiutare l’Italia”. Il presidente ci tiene a mettere l’accento anche sulle opportunità esistenti, che non si ripeteranno a breve: “Il Pnrr porta in dote poco meno di 200 miliardi di euro per l’Italia, che è la maggiore beneficiaria in Europa. Di questi ne sono stati spesi solo poco più di 40. Se si concretizzasse la richiesta portata in sede europea da Mario Draghi di 500 miliardi, una parte importante arriverebbe all’Italia e premetterebbe un’accelerazione su temi quali la transizione digitale ed ecologica. Si è parlato di questa somma ogni anno, per 10 anni, in sforamento di bilancio. Di fronte a somme simili, è facile capire come leggi di bilancio da 20 miliardi siano veramente delle pezze. Abbiamo pagato negli ultimi 10 anni (con tassi della Bce praticamente a zero) 900 miliardi di interessi sul nostro debito. Dobbiamo ridisegnare il progetto Europa e quello Paese. Il Pnrr e questi 500 miliardi sono due cardini di un futuro a cui dobbiamo ambire. È necessario sostenere il Paese partendo dal sistema dell’intelletto. Dobbiamo aiutare le nostre associazioni a far crescere le imprese, portando le piccole a diventare medie, le medie a grandi e le grandi a multinazionali”.
Confindustria Intellect: regolamentare l'Ai? Una priorità
Una sfida di un futuro che si fa sempre più presente è rappresentata dall’Ai, che però si pone a metà strada tra rischio o opportunità: “L’intelligenza artificiale è un tema di fondamentale importanza ma serve regolamentarla. Servono dei paletti per controllarne l’efficacia e l’efficienza. Ma soprattutto bisogna mettere dei paletti per fermare i suoi potenziali danni derivanti da un uso non appropriato”.