Per il programmatic advertising il momento è topico. Secondo il nuovo rapporto Warc, sono tre le sfide principali che i professionisti del settore devono affrontare oggi e nel prossimo futuro: il calo della capacità di indirizzamento, la sicurezza del marchio e le frodi pubblicitarie. Questi temi stanno diventando sempre più cruciali in un contesto digitale in continua evoluzione, spinto dalla crescente domanda di privacy e trasparenza. Vediamoli maggiormente nel dettaglio.
La sicurezza del marchio è in cima alle priorità per il 60% di inserzionisti e agenzie. In un mondo digitale sempre più frammentato, gli annunci finiscono spesso in ambienti poco sicuri o inappropriati, con milioni di dollari sprecati in posizionamenti di scarsa qualità. Hannah Rook di MediaBrands Magna Group lancia un appello: "È il momento di adottare criteri più rigorosi per garantire che gli annunci vengano mostrati nei contesti giusti."
Anche se Google ha deciso di posticipare l’eliminazione dei cookie di terze parti, gli inserzionisti non possono abbassare la guardia. Solo il 25% dei professionisti ritiene di essere preparato a un mondo con meno dati di terze parti. Wayne Blodwell di Impact Media consiglia di investire in tecniche alternative, come l'attenzione ai contenuti e l'econometria, per affrontare la transizione verso un ecosistema incentrato sulla privacy.
Uno studio dell'Ana, poi, ha rivelato che solo 36 centesimi di ogni dollaro speso in pubblicità programmatica arriva effettivamente ai consumatori, con enormi perdite dovute a impressioni pubblicitarie fraudolente. Nonostante queste cifre allarmanti, meno della metà degli inserzionisti ha adottato misure per verificare o migliorare la qualità delle impressioni pubblicitarie. Servono azioni collettive per ripulire la "torbida" filiera programmatica.
Il settore programmatico, infine, è sotto pressione per ridurre le proprie emissioni di carbonio. Eppure, il 59% delle aziende ammette che la sostenibilità non è una priorità nelle proprie campagne. Mancanza di standard e conoscenze limitate rappresentano ostacoli significativi, ma i professionisti più lungimiranti stanno già incorporando strumenti per misurare e ridurre l'impatto ambientale delle attività pubblicitarie.