Più opportunità che pericoli. I giovani vedono il bicchiere mezzo pieno a proposito dell’intelligenza artificiale generativa e del suo impatto sul mondo del lavoro. È quanto emerge dall’ultima edizione della “GenZ e Millennial Survey”, sondaggio globale di Deloitte condotto su oltre 14 mila appartenenti alla Gen Z e più di 8 mila Millennial in 44 Paesi del mondo.
Chi la conosce, ne coglie il potenziale
Tra i giovani che la usano già molto (73% GenZ e 78% Millennial) c’è maggiore convinzione sul fatto che l’AI aiuterà a risparmiare tempo e a preservare l’equilibrio tra carriera professionale e vita privata.
Tra i più giovani c’è piena consapevolezza sull’ipotesi che con l’AI alcuni lavori possano scomparire: lo pensa il 55% dei GenZ e il 52% dei Millennial
In Italia si sentono a proprio agio nel lavorare insieme a sistemi e strumenti GenAI il 52% tra le ragazze GenZ e il 51% tra i ragazzi GenZ e il 40% tra le ragazze Millennial e il 42% tra i ragazzi Millennial – una quota superiore rispetto alla media globale. Secondo oltre il 70% dei giovani connazionali abituati a usarla, l’AI generativa permette di “risparmiare tempo”, “migliorare il work-life balance” e “focalizzarsi sul lavoro creativo e strategico”. I giovani intervistati sono consapevoli non solo delle straordinarie potenzialità, ma anche dei possibili rischi legati alla nuova frontiera della tecnologia e sono molto attenti al tema della regolamentazione e dell’uso etico della stessa.
Semplificare i processi e risparmiare tempo tra le priorità
I giovani, è il ragionamento di Lorenzo Cerulli, GenAI leader di Deloitte Central Mediterraneo, sono cresciuti insieme alla digitalizzazione e la loro percezione in merito a innovazioni dirompenti come la GenAI è diversa da quella di altre generazioni. “Per loro sfruttare tecnologie che aiutano a semplificare mansioni, risparmiare tempo o ottimizzare processi è normale…La GenAI è più che benvenuta se serve a semplificare la vita – lavorativa ed extra lavorativa – e se è orientata al benessere socioeconomico”.
Il 16% della Gen Z e l’11% dei Millennial in Italia dichiara di utilizzare frequentemente la GenAI al lavoro, affermando di usarla tutto o la maggior parte del tempo. A differenza della media globale, non ci sono grandi differenze tra uomini e donne in termini di chi si sente più a suo agio nel lavorare con la GenAI.
Infine, interrogati sulle emozioni che la GenAI suscita in loro, i giovani italiani esprimono incertezza, fascinazione (28%) ed entusiasmo (22%). I Millennial italiani, invece, appaiono leggermente meno aperti, manifestando anzitutto incertezza (33%), fascinazione (21%) e confusione (17%).