Pandemia e digitale rinsaldano il legame tra genitori e figli

Questo quanto emerge dallo studio commissionato a Ipsos da Kinder, che fotografa l'evoluzione delle dinamiche familiari

Come è cambiato il rapporto tra genitori e figli nel corso dell'ultimo anno? In che modo l'inedito contesto sociale, con relative restrizioni, ha impattato sulle dinamiche familiari?
Risponde con alcune evidenze interessanti un'indagine di Ipsos per Kinder che ha coinvolto a novembre 2020 mamme e papà con figli tra i 7 e i 15 anni in 8 Paesi europei ed extra-europei (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia, Polonia, Arabia Saudita e Cina).

Il primo risultato è che la pandemia avrebbe favorito un legame positivo e più forte tra genitori e figli: a pensarlo, nel nostro Paese, sono l'86% dei primi e l'89% dei secondi. A spingere questa tendenza la maggiore condivisione di tempo e in particolare di alcune attività, legate in primis al mondo digitale/media, ovvero il guardare un film (63%) e il guardare la tv (60%). Breve osservazione storico-culturale: è interessante notare come la televisione sia passata da apparecchio "di lusso" che, in quanto tale, riuniva intere comunità presso bar ed osterie, per poi diventare elemento di vita domestico-privata sempre più parcellizzante e divisorio con l'aumentare dei dispositivi a disposizione, ed infine riassumere almeno in parte la funzione di aggregante familiare anche grazie alla grande varietà di intrattenimento su abbonamento/on demand.

Tra le altre attività che sono state fonte di unione inter-generazionale si trovano, in ordine di importanza decrescente, la cucina, il mangiare insieme e il gioco, ma anche il fare una chiacchierata, i compiti (e qui entra in campo la famigerata Dad), il farsi le coccole e l'ascoltare la musica. Tutte attività che trovano riscontro nel relativo aumento di fruizione di servizi e vendita di merceologia associata. La crescita del tempo ad esse dedicato, inoltre, coincide per alcune di queste anche con un incremento del gradimento: della serie "farlo insieme è più bello". Vale in particolare per il "disegnare o dipingere", il "giocare con i videogiochi", ma anche per novità come il giardinaggio. Dopo i periodi di maggiore confinamento domestico, quasi tutte le attività si continuano a svolgere insieme più del pre-pandemia, soprattutto per quanto riguarda il mangiare in famiglia e il chiacchierare/ridere.

L'indagine, poi, si concentra anche sui modelli educativi e sul ruolo che i genitori pensano definisca il loro essere tali. Quello che emerge dai risultati relativi all'Italia è una certa polarizzazione tra chi pensa che "essere un buon genitore significhi innanzitutto fornire un quadro di regole, imporre limiti e mostrare fermezza" (49%) e chi ritiene che "significhi innanzitutto lasciare quanta più indipendenza possibile al proprio figlio/a (51%). Nella pratica, per la maggioranza dei genitori è bene favorire attività educative come la lettura, lo sport e il disegno/pittura.

La nota dolente, infine, nell'allineamento tra genitori e figli sarebbe soprattutto il tempo lecito da trascorrere davanti agli schermi, che i secondi vorrebbero (senza soprese) fosse superiore. A sorpresa, invece, vi è un 22% dei figli che, onestamente riconosce di trascorrere troppo tempo davanti agli schermi. Un'evidenza che invita a supportare questi ultimi, sia come genitori che come società, alla guida dei minori nell'utilizzo della tecnologia.

 

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