Ovs, crescita ancora sostenuta nel primo trimestre 2024

OVS fashion transparency index
Crescono le vendite di Ovs nel trimestre febbraio/aprile, confermando un andamento positivo: bene i negozi diretti, torna a crescere anche il franchising

Ovs ha comunicato i risultati del trimestre febbraio/aprile 2024, il primo dell’anno, dato che la società chiude il bilancio il 31 gennaio 2024. Sono in crescita le vendite, che nei tre mesi presi in esame hanno registrato un aumento del 5% rispetto allo stesso periodo del 2023 e si sono attestate a 352,2 milioni di euro, confermando l’andamento positivo registrato negli ultimi mesi. Ad oggi il trend delle vendite si continua a mantenere sostenuto. Il margine operativo lordo (ebitda) ha raggiunto i 29,7 milioni di euro, in crescita rispetto ai 27,5 milioni di euro del primo trimestre 2023. Il risultato ante imposte rettificato è pari a 10,1 milioni, in netto aumento rispetto a quello dello stesso periodo del 2023, quando si era attestato a 7,7 milioni di euro.

OVS, vendite in crescita nel primo trimestre 2024

Ovs ha presentato i risultati del primo trimestre del 2024. Nel periodo compreso tra febbraio ed aprile le vendite nette sono stati pari a 352,2 milioni di euro, registrando una crescita del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. A guidare il trend positivo sono principalmente i negozi diretti, i quali hanno registrato una crescita del 5,1%. Dopo aver chiuso l’esercizio 2023 in calo, il canale franchising è tornato a crescere, registrando un rialzo delle vendite del 3,2%. Le vendite del brand Ovs sono cresciute principalmente a parità di superficie. Il marchio Upim è stato sostenuto sia dall’andamento della vendita a parità di superficie sia dell’espansione dei punti di vendita diretti e dall’andamento positivo del franchising.

Stefano Beraldo, Ad di Ovs

“La crescita delle vendite ha interessato i principali marchi del gruppo, nonostante i ritardi di consegne causati dalla crisi del canale di Suez -ha commentato Stefano Beraldo, amministratore delegato di Ovs-. L’andamento assume ancora maggiore rilievo considerando il confronto con il forte aumento registrato nel medesimo periodo dello scorso esercizio.  Ottima la performance del brand Upim, sia nei negozi diretti che in quelli in franchising. Sopra ogni aspettativa le vendite del flagship store Ovs di Venezia aperto ad aprile. Il negozio, in quattro piani e 2mila metri quadri, ha dato nuova vita ad un palazzo storico in cui hanno trovato spazio l’intero assortimento di abbigliamento, inclusa la nuova collezione Piombo Contemporary, caratterizzata da uno stile più minimal e che sta mostrando un forte gradimento in tutt’Italia, e una grande espressione dell’area beauty, cui sono stati dedicati oltre 150 mq".

I risultati finanziari

L'ebitda nel corso del trimestre si è attestato a 29,7 milioni di euro, registrando un aumento di 2,2 milioni del primo trimestre 2023 (quando era a 2,2 milioni di euro). Cresciuto anche l’ebitda margin, che ha raggiunto l’8,4% rispetto all’8,2%. Sia Ovs che Upim hanno contribuito a raggiungere questi risultati, anche se  l'ebitda di Upim ha beneficiato maggiormente della crescita delle vendite. Salito a 10,1 milioni di euro il risultato ante imposte rispetto ai 7,7 milioni del primo trimestre 2023. Il miglioramento è stato determinato principalmente grazie al maggiore ebitda. La posizione finanziaria netta di Ovs è pari a 254,2 milioni di euro: è stata rettificata per l’impatto del mark-to-market e dell’impatto derivante dall’applicazione dell’Ifrs 16. L’assorbimento di cassa del primo trimestre, che rispecchia la stagionalità tipica del business di Ovs, è di 3,5 milioni di euro inferiore rispetto al primo trimestre dello scorso esercizio. “Anche grazie al miglioramento del margine commerciale, il gruppo ha generato un ebitda in crescita rispetto al primo trimestre 2023 -conclude Stefano Beraldo-. Benché per il secondo anno consecutivo il mese di maggio sia stato caratterizzato da un meteo decisamente sfavorevole, l’aumento delle vendite ad oggi si mantiene sostenuto.  Nel corso del trimestre sono stati rinnovati i contratti nazionali relativi al settore commercio, con un impatto più diluito nel tempo rispetto a quanto inizialmente previsto”.

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