Confermati i dati preliminari 2019 di Ovs Spa, che chiude l'anno in positivo all'interno di in un mercato che è calato rispetto all’anno precedente del -3,9%. Bene per la società anche il primo mese del 2020, mentre si avvia a conclusione il processo volto al rafforzamento finanziario per fare fronte alla prolungata chiusura dei negozi causa Covid-19.
A questo proposito, gli istituti coinvolti hanno proceduto con le relative delibere e il processo si concluderà con l’approvazione del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
I numeri 2019 in sintesi:
- Le vendite di Gruppo sono state pari ad €1.370,1 milioni e la quota di mercato è risultata in aumento, raggiungendo l’8,1%. L’ebitda rettificato si è attestato ad €156,3 milioni, in crescita di €12,1 milioni rispetto all’anno precedente, grazie alla crescita significativa di entrambe le insegne concretizzatasi nel secondo semestre dell’anno (+€31 milioni rispetto al medesimo periodo del 2018).
- Il risultato d’esercizio rettificato è pari ad €57,7 milioni, anch’esso in crescita rispetto al 2018 (+€2,6 milioni). La Posizione finanziaria netta rettificata è risultata pari ad €309,9 milioni, grazie ad una generazione di cassa nell’anno pari ad €65,9 milioni.
La risposta dettagliata all'emergenza sanitaria e al lockdown
Azioni straordinarie si sono focalizzate sul contenimento costi. Le aree individuate sono state principalmente cinque: approvvigionamento merci, affitti, personale, costi operativi, ed infine, investimenti.
Come si legge nella relativa nota aziendale: “In sintesi, per quanto riguarda le merci, siamo riusciti ad intervenire nel senso di una riduzione degli acquisti originariamente previsti, al fine di affrontare correttamente la seconda parte dell’anno che prevediamo attualmente in moderata flessione rispetto all’esercizio precedente.
Per quanto concerne gli affitti, la società ha sospeso i versamenti della quasi totalità dei canoni senza ripercussioni in quanto la stragrande maggioranza dei landlords ha compreso la situazione. Ora si tratta di giungere a quegli accordi con le proprietà che consentano di ritrovare le corrette condizioni di equilibrio alla luce di uno scenario caratterizzato da valori immobiliari nettamente ridimensionati rispetto al recente passato, e che già prima erano oramai in molti casi fuori dalla realtà. In assenza di accordi la nostra società sta effettuando recessi. Elevate purtroppo saranno le locations sostitutive che la crisi del mercato ci offrirà.
Con la chiusura dei negozi, il personale di vendita è stato sospeso dal servizio; la remunerazione è stata coperta, a livello di singolo dipendente, in primis con l’utilizzo del fondo ferie maturato, quindi dalla Cassa Integrazione in Deroga. Anche per quanto riguarda il personale di sede, durante il periodo di chiusura è stata utilizzata la Cassa Integrazione in Deroga (previo utilizzo ferie maturate), per almeno il 50% dei collaboratori. Il resto dei collaboratori è attivo prevalentemente in lavoro agile con un presidio minimo in sede. Nel resto dell’anno le azioni di contenimento dei costi riguarderanno il sostanziale blocco di assunzioni e straordinari ed il blocco degli incrementi retributivi discrezionali previsti a budget. E’ stato inoltre istituito un fondo di solidarietà finanziato dalle retribuzioni dei dirigenti e destinato a chi dalla crisi è stato più colpito.
Sul fronte dei costi operativi ulteriori risparmi saranno conseguenza della iniziale riduzione degli orari di apertura, per contro è previsto un aumento dei costi sul fronte della sanificazione degli spazi e della protezione dei dipendenti e dei clienti, nonché della sanificazione dei capi.
Si prevede inoltre una campagna di negoziazione commerciale con i fornitori principali al fine di ottenere, soprattutto da quelli meno colpiti dall’emergenza Covid, un bonus straordinario. Sono stati ridotti gli investimenti; in particolare è stato ridotto il numero di aperture di nuovi negozi e sono stati momentaneamente posticipati al 2021 alcuni altri progetti”