Indagare il percepito sulla sostenibilità in Italia, e con queste informazioni studiare un percorso di azioni localmente significative per le comunità: con questa intenzione Nespresso Italiana ha realizzato in collaborazione con Swg il primo "Osservatorio partecipativo su economia circolare, impatto sulle comunità locali e territori. Le opinioni italiane, i bisogni e le prospettive future".
Cosa emerge dall'Osservatorio sulla sostenibilità
L'89% degli italiani ha sentito parlare della sostenibilità, ma solo la metà ha ben chiaro quale sia la definizione del termine. Nonostante questo, è l'idea che ciascuno ha di sostenibilità a orientare gli acquisti di 8 consumatori su 10. La fascia generazionale meno propensa è la Gen Z, i più giovani:
75% Gen Z
84% Gen Y
80% Gen X
82% Baby Boomers
82% Silent
Il campione indagato da Swg è di 1.500 cittadini maggiorenni rappresentative della popolazione italiana.
La circolarità invece orienta le scelte d'acquisto per il 68% dei consumatori, con la Gen Z al 61%, la Gen X al 65%, Gen Y e Baby Boomers al 71%, e in testa la Silent al 72%.
"Nell'idea di sostenibilità assistiamo a un cambio di paradigma -dichiara Alessandra Dragotto, head of research di Swg- accanto all'ambiente si affacciano i temi dell'economia e dei diritti, con un'impennata a partire dal 2021". Anche in questo caso sono i più giovani a essere anche i più scettici (pur con percentuali sopra il 70% di accordo). Cosa ci si aspetta allora dalle aziende? Prima di tutto impegno concreto per l'impatto ambientale, ma non solo:
54% Impegnarsi per ridurre l'impatto ambientale della propria attività
30% Impegnarsi per offrire prodotti garantiti e sicuri
29% Trattare con equità e giustizia i propri dipendenti
24% Sostenere e valorizzare la comunità/territorio in cui opera
14% Impegnarsi in politiche di inclusione e uguaglianza di genere
14% Adottare forme di informazione corrette, responsabili ed educative
Ampliando lo sguardo alle diverse industrie, i settori chiamati al maggior impegno sono quelli dell'agroalimentare, dell'energia e dei trasporti. All'industria del caffè l'89% degli intervistati nell'Osservatorio riconosce un ruolo di rilievo per la sostenibilità, e la comunicazione di questo impegno contribuisce a creare una reputazione positiva per il marchio. Riguardo all'impegno percepito, entro una valutazione da 1 a 5 punti, il 51% ha dato un punteggio di 4 e 5 per l'impegno nell'utilizzo delle risorse, progetti per l'ambiente, riciclo, riduzione delle emissioni, e il 49% ha dato analogo punteggio per la sostenibilità sociale dell'industria del caffè (supporto alle comunità, solidarietà, giustizia, uguaglianza, inclusione).
Cosa si chiede alle aziende del caffè
Alle aziende produttive del caffè si chiede di agire soprattutto nell'aspetto che le riguarda, ovvero la produzione, mentre è in secondo piano l'attività di compensazione delle risorse consumate. Sommando chi attribuisce i punteggi di importanza più alti (4 e 5) rispetto alle azioni ritenute più rilevanti per la sostenibilità ambientale, ecco cosa si ottiene:
74% Produrre prodotti riciclabili
72% Ridurre i consumi
70% Promuovere progetti per raccolta e riciclo
69% Avere la filiera sostenibile
68% Sostenere progetti di tutela e riqualificazione ambientale
Ed ecco i risultati per la sostenibilità sociale:
70% Investire sui giovani
65% Investire in progetti di supporto alle categorie fragili, sul territorio
65% Sostenere i territori più bisognosi coinvolgendo persone e istituzioni
64% Rimuovere le discriminazioni
63% Esporsi apertamente a sostegno delle libertà individuali
Si parla di riuso e di riciclo, ma la consapevolezza su cosa veramente sia l'economia circolare non è così diffusa: accanto al 31% che dichiara di saper bene cosa sia, il 47% pur avendone sentito parlare ne ha solo una idea vaga.
Riguardo all'efficacia delle strategie di economia circolare, solo il 38% dichiara che sarà determinante e avrà una diffusione notevole, mentre il 56% è convinto che potrebbe essere determinante, ma di fatto non si diffonderà abbastanza per esserlo.
Sull'impatto che può avere il singolo c'è molto scetticismo, 6 intervistati su 10 temono che la sfida non sarà vinta e il singolo possa fare sempre meno. Dal 2014 la fiducia è calata, precipitando nel 2023 per riprendersi leggermente quest'anno, soprattutto grazie alla fiducia dei più anziani. Ancora una volta la Gen Z è la più sfiduciata. Ed è anche la meno propensa a rivedere le proprie abitudini con l'obiettivo di mitigare il proprio impatto ambientale (seguita a ruota dalla Silent generation). Sommando chi è disponibile "molto" e chi lo è "abbastanza" si arriva comunque al 70% degli intervistati.
Le iniziative da parte dell'industria del caffè percepite come più efficaci dai consumatori sono quelle che riguardano il riciclo e il riuso, seguite dal tema packaging, dall'efficientamento e gestione sostenibile, infine dall'education.
I consumatori da parte loro sono più propensi a impegnarsi per gli aspetti più direttamente legati a riuso e riciclo:
44% Differenziare correttamente
41% Riutilizzare il caffè esausto (come fertilizzante, o per altri usi domestici)
40% Scegliere caffè con imballaggi compostabili o riciclabili
31% Comprare caffè sfuso per ridurre gli imballaggi in plastica e alluminio
Alcuni commenti alla ricerca dalla società civile
Il sociologo ed economista Mauro Magatti riflette sul passaggio che in questi anni abbiamo visto dalla percezione dell'economia come una "macchinetta" che permette facilmente, innescandola, di migliorare la durata della vita del singolo, alla percezione della complessità e dell'interrelazione di tutto ciò che vive sul Pianeta. La qualità allora è nelle relazioni e si arriva al concetto di "Inter-indipendenza", che supera la contrapposizione tra libertà e legame, con la responsabilità.
Il commento di Federica Gasbarro, biologa ed esperta di sostenibilità e gestione dell’energia, ha posto l'attenzione sulla sfiducia che caratterizza soprattutto i giovani, verso la questione ambientale. "Occorre costruire un percorso di speranza -ha detto- come quando si va dal medico, che prospetta la guarigione. Bisogna far comprendere la situazione, ma ance stimolare all'azione. La cura però è possibile solo se lo sforzo è comune". L'elemento di ottimismo: le multinazionali come Nespresso esercitano un ruolo positivo, con la propria azione dimostrano che è possibile agire.
Il Beo Nespresso Italiana Thomas Reuter ha confermato che l'azienda sente come responsabilità il ruolo di guida nel cambiamento: si è posta l'obiettivo di diventare net zero entro il 2050, ma ambisce a raggiungere prima l'obiettivo, nel 2035. Sicuramente però non si può fare da soli. Intanto Nespresso Italiana nel 2022 ha ottenuto la certificazione BCorp ed è diventata società benefit.
Tra le iniziative i Nespresso per l'ambiente citate dalla sustainability&She manager Silvia Totaro entro il framework Nespresso per l'Italia:
-il sostegno al patrimonio culturale e paesaggistico italiano in collaborazione con associazioni locali
-Da chicco a chicco, dal 2011 - per il recupero delle capsule usate, in collaborazione con Illy, grazie all'impegno dei consumatori che conferiscono le capsule nei punti di raccolta. Queste vengono portate in un centro costruito appositamente in provincia di Novara per separare alluminio e caffè, riciclare l'alluminio e usare il caffè per produrre riso, distribuito al Banco Alimentare.
-Le città che respirano - iniziativa con Legambiente
-Mosaico Verde - iniziativa per riqualificare aree rese inutilizzabili dalle calamità naturali, per esempio trattamenti con barriere fonoassorbenti, ripristino della biodiversità, creazione di zone di ombra.
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