Orogel, la forza del welfare

Il benessere del personale rappresenta un importante strumento di coesione e di crescita aziendale. L'impresa offre ai suoi collaboratori un articolato sistema di misure di sostegno

Le persone sono la risorsa principale di Orogel. E se sono soddisfatte lavorano meglio e sono più produttive: una visione che l'azienda ha sempre condiviso. Al fine di assicurare il benessere dei suoi dipendenti e rendere più semplice conciliare le esigenze lavorative con quelle familiari, l’impresa ha costruito un articolato sistema di politiche di welfare aziendali.  “Il welfare aziendale di Orogel -spiega Bruno Piraccini, presidente- nasce da lontano: già pochi anni dopo l’avvio della produzione dei surgelati, l’azienda riconosceva ai dipendenti dei premi di produzione, senza alcun incentivo di legge”.

Bruno Piraccini, presidente di Orogel

La politica del benessere del personale inizia dalla verifica delle esigenze dei collaboratori, senza essere calata dall’alto. “Abbiamo tre tipi di welfare, uno interno rivolto ai dipendenti, uno esterno, a sostegno del territorio e uno regolato dalla legge che consente di ottenere anche dei vantaggi fiscali. Come ho detto, siamo partiti con un premio legato ai risultati aziendali e poi nel tempo l’offerta si è ampliata. Per esempio, oggi il doposcuola riguarda circa 50 famiglie, molte delle quali di dipendenti extracomunitari. In questo modo i bambini sono aiutati nel loro percorso scolastico e vivono un’esperienza in più per socializzare”. Per i ragazzi di origine straniera in particolare è un importante momento per svolgere i compiti a casa e per migliorare l’apprendimento della lingua italiana. Alle famiglie con un problema abitativo viene offerto l’uso di alcuni appartamenti ad affitto calmierato e presto verranno realizzati altri appartamenti per ampliare l’offerta. “Il 70% del nostro personale è femminile, per questo abbiamo dedicato molta attenzione alla maternità. Riconosciamo a tutte le mamme -finora i padri non l’hanno richiesto- il part time fino al compimento dei tre anni del bambino e l’agevolazione può essere estesa fino alle elementari in caso di necessità. Il sostegno alla maternità è una delle misure che intendiamo potenziare nei prossimi anni”.

L’investimento è pari a circa il 5% degli utili per il welfare esterno, 970.000 euro nel 2018.  Poco meno di due milioni di euro per i premi di produzione e circa un altro milione di euro per tutte le altre iniziative. I vantaggi sono molti: forte coesione e forte senso di appartenenza del personale all’azienda, generalizzata disponibilità alla flessibilità, che si traduce nell’adesione al lavoro straordinario o festivo quando è necessario. “Poi i dipendenti parlano bene dell’azienda anche fuori dal luogo di lavoro. Non abbiamo mai avuto uno sciopero aziendale per motivazioni interne. Oggi il personale segnala le situazioni più difficili che necessitano di attenzione o di aiuto. E tutte le aziende che sono in utile, poco o tanto che sia, dovrebbero investire in welfare aziendale perché il ritorno è sicuramente molto positivo”.

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