Brutti tempi per i maniaci del controllo. A definire l’oggi è infatti la volatilità, parola che a ben guardarla ha la stessa radice di volare e che proprio per questo non deve spaventare. Si tratta piuttosto della nuova forma mentis da abbracciare per chi fa impresa e non vuole soccombere all’ingresso crescente della geopolitica nel mondo degli affari. Bando, dunque, a neologismi come “permacrisi” o “policrisi”, perché quando l’emergenza è troppo ricorrente significa che sono la prospettiva e la strategia ad essere sbagliate. Questa la visione che regala alla platea di Linkontro NielsenIQ 2023 Alec Ross, massimo esperto di innovazione tecnologica (settore dove la velocità di adattamento è insita), che ha collaborato sul tema anche con Barack Obama e Hillary Clinton. Autore di best-seller (l’ultimo è “I Furiosi Anni Venti” edito da Feltrinelli), imprenditore, investitore, ma anche professore alla Bologna Business School, Ross porta nel dialogo con il conduttore Andrea Cabrini (Class Cnbc) una doppia anima statunitense e italiana.
“Noi americani siamo troppo cowboy e sregolati -ammette- ma qui in Italia siete troppo autocritici e guardate al fallimento come a uno scandalo: vorrei vedere più audacia. Sono molto ottimista per questo Paese, perché se è vero che durante gli ultimi 20 anni gli sviluppi tecnologici hanno reso il mondo più veloce ed efficace, ora è il momento di un diverso apporto umano e umanistico e questo è sicuramente un mestiere italiano. Non c’è un altro posto al mondo così capace di immaginare e creare il futuro, di collegare tecnica ed emozione”.
Un primo step pratico per affrontare questa volatilità? Sicuramente equipaggiarsi con apposite strutture aziendali per rispondere agli stimoli esterni con un alto livello di attenzione e disciplina. Per fare un esempio concreto, Ross cita il caso dell’azienda emiliana Pelliconi, che produce 40 miliardi di tappi all’anno e che, a fronte della guerra in Ucraina si è equipaggiata per tempo comprando un enorme volume di energia prima dell’aumento dei prezzi: un elemento di difesa, certo, ma anche strategico rispetto ai competitor.
Non si può, in questo contesto di grandi cambiamenti, non menzionare l’intelligenza artificiale e il tanto temuto ChatGpt. “Sì -conferma Ross- siamo davanti a una vera rivoluzione, come quella del 2008 con gli smartphone, e pensare di poter rallentare lo sviluppo tecnologico è pura utopia”. Quello che invece si può e si deve costruire è un dialogo tra le parti, tra chi crea e produce tecnologie come queste e chi scrive le regole al Governo. Un contesto di equilibri globali complessi dove, secondo Alec Ross, l’Europa, così come l’Italia, non possono più limitarsi al ruolo di arbitri tra le due grandi squadre in campo, ovvero Stati Uniti e Cina, ma devono presentarsi con i loro giocatori e una loro strategia. "Certo, parlare di vera e propria autonomia in un mondo di 106 nazioni è inutile e l’Europa è in ritardo su più fronti, ma ci sono tante aree chiave come quelle legate al cambiamento climatico, e che varranno trilioni di euro, dove le competenze ci sono tutte e si può giocare una partita vincente".