Olio extravergine d’oliva pilastro della dieta mediterranea

In Italia la categoria degli oli di oliva conta 49 denominazioni e 23.160 operatori che generano un valore di 71 milioni di euro alla produzione

È sinonimo di dieta mediterranea. Ed è uno degli ingredienti chiave del Made in Italy. Parliamo dell’olio extravergine di oliva, il cui valore è riconosciuto in tutto il mondo. Lo dimostra l’andamento dell’export che, secondo le stime di Absolute Reports, nel 2020 ha messo a segno + 24,7% a livello europeo e + 15,6% a livello globale, con Australia, Brasile e Canada a guidare il fenomeno. Di questo passo il mercato globale, che nel 2020 valeva 1.465,5 milioni di dollari, arriverà a superare la quota di 1,8 miliardi di dollari entro il 2026.

Il valore e i numeri della Dopeconomy negli oli di oliva

Nel quadro della DopEconomy l’olio gioca un ruolo significativo: di fatto la categoria degli oli di oliva conta 49 denominazioni e 23.160 operatori che generano un valore di 71 milioni di euro alla produzione. La regione di riferimento è la Toscana, dove si concentrano 9mila operatori certificati, tra produttori e trasformatori, che realizzano quasi 26.000 tonnellate l’anno. Il tutto si traduce in un valore alla produzione pari a 23 milioni di euro. Attenzione però: una parte importante del prodotto made in Tuscany vola nei paesi extra Ue, in primis negli Stati Uniti. Alle spalle della Toscana si collocano la Sicilia (con un valore pari a 15 milioni di euro) e la Puglia (9 milioni).

Il mondo dell'olio incontra l'arte

Olio e arte non hanno un legame immediato. Eppure sono sempre più numerose le realtà del settore che firmano iniziative in collaborazione con il mondo dell’arte.

Carapelli, per esempio, propone ormai da alcuni anni il premio internazionale Carapelli For Art. Giunto alla quinta edizione, prevede due categorie: “Open”, aperta a tutti gli artisti professionisti, e “Accademia” rivolta agli studenti delle Accademie di Belle Arti di vari paesi. Il montepremi complessivo è di 12.000 euro, suddiviso tra i quattro finalisti. Il tema di quest’anno è il rispetto, inteso in tutte le sue declinazioni (rispetto per se stessi, gli altri, per la cultura, per l’ambiente ecc). Le iscrizioni sono gratuite e sono aperte sino al 10 luglio 2022.

Monini si lega, invece, a uno dei più grandi artisti di tutti i tempi: Vincent van Gogh. L’azienda ha, infatti, realizzato una special edition di lattine da mezzo litro che riproducono tre celebri opere del pittore olandese. Si tratta del famoso “Autoritratto con cappello di paglia”, in cui Van Gogh sembra invitare a guardare il paesaggio con i suoi occhi, e di due dipinti dedicati alla natura, l’”Oliveto” e “Campo di Iris nei pressi di Arles”. La collezione è stata lanciata in concomitanza con l’inaugurazione della mostra “Van Gogh and the Olive Groves” ospitata al Van Gogh Museum di Amsterdam e realizzata con il sostegno dell’azienda italiana.

L’oleificio toscano Morettini, infine, dedica all’olio extravergine di oliva un museo multimediale. SuprEvo, questo il nome, si sviluppa come un innovativo percorso interattivo che permette di conoscere la cultura, la storia e l’eccellenza del settore olivicolo. Attraverso dieci tappe, che alternano la proiezione di video e l’esposizione di cimeli e attrezzi della tradizione, i visitatori possono “toccare con mano” tutte le fasi di produzione dell’extravergine d’oliva. Si inizia con la ricostruzione realistica di un albero d’ulivo, che permette subito di immergersi in un ambiente ispirato alla campagna e alle sue tradizioni, e si termina con il confronto tra un vecchio frantoio dell’800, con macine in pietra e torchio, e un frantoio 4.0, progettato e realizzato con tecnologie all’avanguardia per un pieno controllo digitale di ogni fase di lavorazione.

Per quanto attiene ai consumi interni, che si attestano intorno alle 600mila tonnellate annue, si è registrato in tempi recenti un trend positivo. Basti pensare che, secondo quanto rilevato da Coldiretti, ben 9 famiglie italiane su 10 utilizzano tutti i giorni l’olio extravergine di oliva.

Che cosa c’è all’origine di questo successo? Sicuramente gli ultimi due anni hanno determinato un consolidamento dei consumi. Le persone hanno trascorso più tempo a casa, hanno cucinato più spesso e hanno dedicato maggiore attenzione e cura all’alimentazione, privilegiando ingredienti sani e semplici. In parallelo vi sono state una serie di azioni incisive da parte delle aziende del settore, che hanno saputo intercettare i bisogni emergenti e rispondere in maniera soddisfacente. Un esempio? Riserva Oro 100% italiano biologico, lanciata di recente da Filippo Berio, brand premium del gruppo Salov. Il prodotto coniuga la “firma” del Metodo Berio – percorso di qualità e garanzia tracciato e certificato dal campo alla bottiglia – alla certificazione biologica. Il risultato è un olio dal gusto intenso e ricco, con tipiche note erbacee, e dalle note olfattive persistenti, che mixano il fruttato di oliva all’aroma di carciofo, foglia ed erba fresca.

Si pone nella stessa area Campo di Casa, l’extravergine di Frantoio Bonamini. Si tratta di un olio Cru che unisce tecniche di raccolta all’avanguardia a nuove varietà di olive. In concreto è la risultante del mix di ben 13 diverse varietà di olive (Grignano, Frantoio, Leccino, Pendolino, Maurino, Arbequina, Gorgazzo, Rasara, Casaliva, Bianchera, Arbosana, Itrana e Coratina) il cui connubio gli conferisce caratteristiche organolettiche distintive. Lo dimostra il conferimento, da parte dei critici Gambero Rosso, delle ambite "Due Foglie" sulla guida "Oli d'Italia 2022". Allo stesso modo De Cecco propone, all’interno della gamma Selezione di famiglia, una variante fatta con oli estratti a freddo di esclusiva provenienza nazionale. Caratterizzato dal colore verde dai riflessi leggermente dorati, è perfetto per la preparazione delle ricette tipiche della tradizione, quali bruschette, carpacci e minestre calde.

Nel caso di Pietro Coricelli, la tracciabilità della filiera è garantita dalla tecnologia blockchain.

L’azienda umbra aderisce, infatti, al progetto Ibm Food Trust che consente di tracciare l’intero processo produttivo. Il primo prodotto coinvolto è l ’olio extra vergine di oliva classico Pietro Coricelli nel formato da 1 litro. Tramite un QR Code apposto sulla bottiglia, i consumatori possono accedere a numerosi contenuti digitali relativi al prodotto, come i risultati di analisi e test, interni ed esterni, condotti per certificare il suo contenuto.

Investimenti in sostenibilità

Un altro tema su cui le imprese stanno investendo in maniera significativa è la sostenibilità, che si declina sia a livello ambientale sia a livello sociale. Ciò significa favorire lo sviluppo di pratiche che rispettano l’ambiente e, nel contempo, supportano le comunità coinvolte nei processi produttivi. Pioniere è Oleificio Zucchi, primo in Italia a certificare la Carbon Footprint di una intera gamma di oli di semi secondo la norma Iso/TS 14067. Questa certificazione ha consentito di valutare le quantità di gas serra associate all’intera filiera dei prodotti, dal campo allo smaltimento, con l’obiettivo di attuare misure di riduzione e di compensazione. Non solo: nel 2019 Oleificio Zucchi ha inaugurato un moderno impianto di trigenerazione, (in aggiunta all’impianto di cogenerazione già esistente da anni), che contribuisce in maniera significativa alla razionalizzazione energetica e alla riduzione dell’impatto ambientale. In questo modo riesce a produrre il 90% del proprio fabbisogno elettrico. Un altro importante risultato riguarda lo smaltimento di rifiuti: questi non vengono avviati alla discarica, ma al trattamento finalizzato al recupero. In ottica di economia circolare, l’azienda sta ora consolidando un progetto nell’ambito dei sottoprodotti derivanti dal processo di raffinazione: le terre di decolorazione esauste, da rifiuto, diventano un sottoprodotto e vengono utilizzate nella produzione di laterizi. In parallelo si muove a sostegno del territorio cremonese, nel quale ha sede. Le attività sono numerose: si va dal supporto alla Fondazione Teatro Ponchielli di Cremona al contributo alle iniziative sportive locali.

Va in questa direzione anche Costa d’Oro, il cui pay off non a caso recita “Terra, persone, passione”.

Costa d'Oro ha un articolato programma volto a proteggere le risorse naturali. Sono previsti, tra l’altro, l’uso di vetro con 70% di contenuto riciclato per le bottiglie di vetro scuro, l’impiego di energia solare per il 30% del fabbisogno di elettricità e la rimozione delle capsule copri-tappo dalle bottiglie ovali. Solo quest’ultimo intervento comporta un risparmio annuo di rifiuti di oltre 9.000 Kg e di anidride carbonica pari a 80.000 Km percorsi in macchina. In parallelo Costa d’Oro si impegna per lo sviluppo delle comunità locali, aumentando l’impiego di materie prime del territorio.
Carapelli Firenze pone al centro del proprio percorso di sostenibilità “Il Frantolio”, storico olio extravergine d’oliva capostipite della gamma. Il prodotto si presenta oggi come testimone di un esteso protocollo di sostenibilità ispirato alle linee guida dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. Le aree di azione sono molteplici: formazione alle piccole associazioni di coltivatori, gestione delle risorse idriche e di conservazione del territorio, definizione di accordi di fornitura a lungo termine e così via.L’obiettivo è divenire un riferimento per la gestione sostenibile di tutte le attività di produzione dell’olio extra vergine: dalla produzione agricola ai frantoi, fino ad arrivare al confezionamento, coinvolgendo tutti gli operatori della filiera. Di fatto sono oltre 65.000 le figure (quali gli agricoltori e gli operatori dei frantoi) coinvolti di nel progetto e oltre 480 le ore di formazione già erogate dall’azienda.

Anche il packaging è oggetto di investimenti, che hanno un duplice obiettivo.

Da un lato vi è un tema di conservazione (elementi quali la qualità e il colore del materiale consentono di mantenere al meglio il contenuto), dall’altro lato vi è un tema di comunicazione (il pack rappresenta un fattore primario – e per le realtà più piccole l’unico – di comunicazione dell’identità del prodotto e della marca). Molto interessante risulta qui il caso di Tuscus, l’olio realizzato dall’azienda agricola L’Olivaia di Vetralla (Viterbo). La bottiglia si distingue per il colore blu cobalto, associato al bianco del tappo, e per l’etichetta trasparente. Questo colore originale, che è stato brevettato, permette di identificare subito il packaging sullo scaffale e, nel contempo, mantiene inalterata nel tempo la qualità e le caratteristiche dell’olio. Non solo: il pigmento blu cobalto è chimicamente stabile, inalterabile e risponde ai requisiti di protezione ai raggi UV.
Sagra, brand del Gruppo Salov, ha di recente introdotto, per la gamma di oli di semi, un’innovativa bottiglia in r-Pet realizzata con il 50% di plastica riciclata. Si tratta di nuovo tipo di plastica che si caratterizza sia per la sostenibilità (la metà del materiale usato proviene dal riciclo di altre bottiglie) sia per la performance (mantiene le stesse caratteristiche di qualità, sicurezza e maneggevolezza delle bottiglie classiche). Il brand ligure Isnardi ha, invece, sottoposto il pack a un restyling grafico, che ha toccato tutti gli elementi costitutivi, a partire dall’etichetta. L’unico elemento a non essere modificato è l’immagine del bambino sul logo, che rimanda alla storicità e alla tradizione dell’azienda.

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